Contratti a termine, nel dl Infrazioni torna il risarcimento illimitato

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ROMA (Public Policy) – “Nei casi di trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato”, successivamente all’impugnazione del contratto a tempo determinato (entro 180 giorni dalla cessazione del singolo contratto), per il giudice “resta ferma la possibilità di stabilire l’indennità in misura superiore se il lavoratore dimostra di aver subito un maggior danno”.

Lo prevede la bozza del dl Infrazioni presa in visione da Public Policy che, difatti, reintroduce indennità potenzialmente illimitate, in caso di rapporto di lavoro giudicato illegittimo e trasformato a tempo indeterminato.

In base a quanto stabilito dalla normativa vigente, invece, il giudice poteva condannare “il datore di lavoro al risarcimento del danno a favore del lavoratore stabilendo un’indennità onnicomprensiva nella misura compresa tra un minimo di 2,5 e un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto“. Abrogata, inoltre, la disposizione che stabiliva che,  in presenza di contratti collettivi che prevedessero l’assunzione, anche a tempo indeterminato, di lavoratori già occupati con contratto a termine nell’ambito di specifiche graduatorie, il limite massimo dell’indennità fosse ridotto alla metà. (Public Policy) VAL