di Giada Scotto
ROMA (Public Policy) – È arrivato giovedì il via libera della Camera (con la questione di fiducia) al decreto legge Infrastrutture, varato dal Consiglio dei ministri il 19 maggio.
Il testo passa ora al Senato per la seconda lettura e la conversione in legge, attesa entro il 20 luglio.
Vediamo quali sono state le novità più importanti introdotte nella fase emendativa a Montecitorio.
STRETTO DI MESSINA SPA STAZIONE APPALTANTE
È stata riproposta sotto forma di emendamento dei relatori e approvata la norma che riconosce alla Stretto di Messina Spa, la società incaricata della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, il ruolo di stazione appaltante qualificata.
La norma, che consente alla società di gestire direttamente l’intero iter delle gare pubbliche per lavori, forniture e servizi relativi al Ponte, era presente nelle bozze del decreto legge circolate prima dell’approdo in Cdm ed era poi stata espunta dal testo a seguito dei dubbi emersi nelle interlocuzioni con Quirinale e Mef.
RINVIATO LO STOP ALLA CIRCOLAZIONE DEI DIESEL EURO 5
Via libera delle commissioni all’emendamento della Lega (a prima firma del deputato Riccardo Molinari) che prevede il rinvio dello stop alla circolazione dei diesel di categoria “Euro 5”.
Nel dettaglio, la proposta emendativa prevede il rinvio dal primo ottobre 2025 al primo ottobre 2026 dell’eventuale stop alla circolazione di veicoli diesel Euro 5 nel bacino Padano. E la limitazione della sua applicazione non più alle città sopra i 30 mila abitanti ma a quelle sopra i 100 mila.
La proposta emendativa a prima firma del capogruppo leghista mira anche a rendere “eventuale” lo stop alla circolazione di tali veicoli, dando alle regioni la possibilità di non applicare il blocco, a patto però di operarsi per mettere in campo misure alternative per la riduzione dell’inquinamento.
Decorso il termine del primo ottobre 2026, “le Regioni possono prescindere dall’inserimento della limitazione strutturale alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel di categoria ‘Euro 5’ nei piani di qualità dell’aria mediante l’adozione, nei predetti piani, di misure compensative idonee a raggiungere livelli di riduzione delle emissioni inquinanti coerenti con i vincoli derivanti dall’ordinamento euro-unitario”.
“Resta ferma – prosegue il testo leghista – la facoltà per le regioni di introdurre la limitazione strutturale alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel di categoria ‘Euro 5’ prima del termine” del primo ottobre 2026 “mediante l’aggiornamento dei rispettivi piani di qualità dell’aria e la modifica dei relativi provvedimenti attuativi”.
La proposta emendativa della Lega è stata approvata anche quale riformulazione dei due emendamenti sullo stesso tema che erano stati presentati da Forza Italia (a prima firma del deputato Luca Squeri) e da Fratelli d’Italia (a prima firma del deputato Carmine Fabio Raimondo), diventando così, di fatto, un emendamento del centrodestra.
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@GiadaScotto
(foto cc Palazzo Chigi: il titolare del Mit, Matteo Salvini)