Per il centrosinistra le elezioni regionali sono un caso nazionale

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Le elezioni regionali sono diventate un caso nazionale per il centrosinistra. Soprattutto in due Regioni, Campania e Toscana. Vincenzo De Luca, presidente uscente campano e non più presentabile alle prossime elezioni, avendo egli raggiunto il limite dei due mandati stabilito dalla legge, ha incontrato a cena Giuseppe Conte. Fra i due i rapporti sono buoni, anche se con il M5s c’è un cordiale odio assai consolidato. Non è chiaro però quali risultati porterà quest’incontro; c’è chi ipotizza che fosse propedeutico a un via libera dell’ex sindaco di Salerno alla candidatura di Roberto Fico, espressione del M5s delle origini.

Chissà, forse è wishful thinking della segreteria nazionale del Pd, che tiene molto alle opinioni di Conte (che nelle Marche ha dato, da settimane, l’ok alla candidatura di Matteo Ricci, europarlamentare del Pd pronto a tornare in Italia). In ogni caso interpretare De Luca può essere assai complesso; magari si è soltanto voluto accertare che il prossimo candidato della coalizione del Campo Largo, Fico o un altro del M5s, non attaccherà il governo regionale uscente.

Le elezioni campane, tuttavia, testimoniano il metodo adottato dal Pd un po’ dappertutto: per difendere il Campo Largo testardamente unitario, il partito di Elly Schlein cerca di accontentare gli alleati come può. Come in Toscana, dove il M5s non vuole un bis di Eugenio Giani. Il presidente di Regione uscente della Toscana, al primo mandato, è da settimane al centro di un pittoresco caso politico: popolare nei sondaggi, gradito dai sindaci toscani che hanno anche firmato un appello per testimoniare la positività del suo operato, Giani è ancora in dubbio, perché una parte della coalizione preferirebbe un’altra candidatura.

Qualcuno più in linea con il nuovo corso del Pd schleiniano, magari. Nel fine settimana la corrente Schlein si è ritrovata per decidere il da farsi (Giani o non Giani?), oggi Giani vedrà la segretaria insieme ai vertici toscani del Pd. Domani ci sarà la segreteria regionale e poi la direzione regionale. Dopodiché dovrebbe arrivare il via libera “con delle condizioni”, fanno sapere dallo staff del presidente di Regione. Sarà interessante vedere quali saranno queste condizioni, che potrebbero peraltro riguardare temi sensibili per le infrastrutture toscane. Dall’Alta Velocità allo sviluppo dell’aeroporto toscano. In ogni caso Giani sarà costretto a cedere non poca sovranità politica al Pd nazionale e al resto della coalizione.

Le elezioni regionali anche in Toscana dunque sono diventate una merce di scambio per trattative politiche a livello nazionale. E il Pd si appresta a una svolta storica: dare spazio nel governo regionale al M5s, un partito che in Toscana – salvo qualche caso, come Livorno e Carrara – non ha mai ottenuto consenso.

In Toscana il centrosinistra è stato anche all’opposizione di sé stesso, risolvendo in casa propria il problema del rinnovamento politico e della contestazione del potere interno, come ha dimostrato a suo tempo l’avventura politica di Matteo Renzi, nato politicamente con l’obiettivo anzitutto di rottamare una classe dirigente considerata fallimentare. Anche per questo i 5 stelle non hanno mai avuto spazio in Toscana. Il suo V-Day insomma era stato rappresentato a suo tempo da Renzi, che oggi ha cambiato strada. Al punto tale da volersi unire al Campo Largo per farlo diventare Larghissimo. È diventato, l’ex rottamatore, uno degli sponsor più attivi sul fronte dell’alleanza con M5s e Avs, convinto che l’unica possibilità per battere Giorgia Meloni sia quella di mettere insieme tutta l’opposizione. Anche a scapito della coerenza sulle politiche, tuttavia. E qui si torna alla questione del programma politico-elettorale che il Campo Largo offrirà in Toscana, specie se davvero terrà tutti: dai 5 stelle a Italia viva. Vincere le elezioni, specie in Toscana, non dovrebbe essere un problema. Un conto però è presentarsi alle elezioni, un altro conto è poi governare senza trasformare l’Esecutivo in un litigio continuo. (Public Policy)

@davidallegranti