Cosa prevede la legge sulle Pmi: dagli incentivi alla moda

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ROMA (Public Policy) – Le imprese che sottoscrivono o aderiscono a un contratto di rete potranno godere di una agevolazione fiscale attraverso un regime di sospensione d’imposta relativamente alla quota degli utili dell’esercizio accantonati ad apposita riserva e destinati alla realizzazione di investimenti previsti dal programma comune di rete.

Lo prevede la bozza, presa in visione da Public Policy, del ddl Pmi approvato martedì dal Consiglio dei ministri.

L’agevolazione opera per gli utili realizzati “dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2028” e interessa la “quota degli utili dell’esercizio destinati, dalle imprese che sottoscrivono o aderiscono a un contratto di rete al fondo patrimoniale comune o al patrimonio destinato all’affare per realizzare entro l’esercizio successivo gli investimenti previsti dal programma comune di rete preventivamente asseverato da organismi espressione dell’associazionismo imprenditoriale muniti dei requisiti previsti con decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze, ovvero, in via sussidiaria, da organismi pubblici individuati con il medesimo decreto”.

Gli utili accantonati, quindi, concorrono a formare il reddito nell’esercizio in cui la riserva è utilizzata per “scopi diversi dalla copertura di perdite di esercizio ovvero in cui viene meno l’adesione al contratto di rete”. In ogni caso, precisa la norma, “l’importo che non concorre alla formazione del reddito d’impresa non può, comunque, superare il limite di euro 1.000.000 annui”.

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GPA