Cosa prevede la norma sui buoni pasto approvata nel Concorrenza

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ROMA (Public Policy) – Via libera al tetto massimo del 5% per le commissioni sui buoni pasto di cui usufruiscono i dipendenti delle aziende privateCome anticipato, infatti, le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato mercoledì sera la riformulazione di un emendamento (a prima del deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine) che di fatto equipara le commissioni sui ticket tra il settore pubblico e quello privato.

L’intento sarebbe quello di rendere più omogeneo il limite delle commissioni per gli accordi “stipulati dalle imprese che emettono i buoni pasto, in forma cartacea o elettronica, e gli esercenti”.

“Si tratta di un provvedimento largamente atteso che risolve un problema segnalato da tempo da attività di ristorazione, aziende e datori di lavoro, le cui richieste erano rimaste inascoltate per anni dai precedenti governi”, ha commentato il primo firmatario Silvio Giovine (FdI).

Con la norma approvata, ha aggiunto il deputato FdI, si andrebbe “a correggere una stortura che costringeva a pagare commissioni arrivate nel tempo a sfiorare il 20%, una soglia inaccettabile che ha minato per anni l’attività di bar e ristoranti scaricando tutti i costi sulle attività commerciali e generando a più riprese effetti negativi sulla effettiva spendibilità dei buoni, con danni pratici e concreti per i consumatori”.

La novità contenuta nell’emendamento approvato entrerà in vigore da subito per i nuovi accordi, mentre per gli accordi già in essere entreranno in vigore a partire dal 1° settembre 2025, fatta salva la rinegoziazione. (Public Policy) GPA