CRISI, ROMA (CENSIS): RILANCIARE L’ITALIA CON LE SEMPLIFICAZIONI/ INTERVISTA

0

(Public Policy) – Roma, 25 ott – (di Aroldo Barbieri)
Semplificare: questa la ricetta del segretario generale del
Censis, Giuseppe Roma, per far uscire il Paese dalle sabbie
mobili in cui si trova, con un debito che cresce (dal 123 al
126% del Pil), nonostante i sacrifici o proprio per
l’effetto depressivo del taglio ai consumi.

Se il Pil scende, per il rapporto aritmetico, il debito
sale, anche se si taglia la spesa. Per ottenere maggiore
produttività dal lavoro, Roma suggerisce di seguire la
ricetta Luxottica, con incentivi monetari alla produzione e
un welfare aziendale adeguato. Infine giudica importante la
trasformazione attuata dal commercio, “che ha fatto grandi
passi avanti”, e sottolinea il ruolo del negozio di
prossimità, nella valorizzazione della qualità del prodotto
e del made in Italy tessile e agroalimentare.

D. COME L’ITALIA PUÒ USCIRE DALLA DIFFICILE SITUAZIONE IN
CUI SI TROVA?
R. Semplificare e ancora semplificare: così com’è, l’Italia
è un Paese difficile per l’imprenditore e per il cittadino,
dove si vive con il dito puntato contro da parte di
qualcuno: la burocrazia, l’ente locale, il fisco, le regole
del lavoro etc. etc. Ho una proposta: cancelliamo tutto e
riconciamo da capo, adottiamo le regole europee, magari
quelle della Francia, il Paese a noi è più vicino per
cultura.

Eppure l’Italia avrebbe le carte per riemergere: ha
spirito imprenditoriale, intelligenza e amore per
l’innovazione, e da ultimo è riuscita a penetrare nei
mercati esteri con maggiore efficacia rispetto al passato,
ha curato l’internazionalizzazione delle proprie aziende, ma
i freni sono troppi. Con ciò non voglio passare come un
tifoso irrazionale della deregulation, ma da noi gli
ostacoli sono davvero troppi.

D. UNO DEI PUNTI DEBOLI DEL NOSTRO SISTEMA È LA
PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO, COME INCREMENTARLA?
R. Premesso che chiunque viva in questo Paese sa che le
infrastrutture sono inadeguate, a cominciare da poste e
ferrovie, che le strade sono intasate per via di uno
sviluppo sbagliato e così via, che insomma è tutto il
sistema Paese a penalizzare la produttività, ma restando al
tema del Clup (costo del lavoro per unità di prodotto; ndr)
credo che la ricetta giusta sia quella di Luxottica (oggi
ampiamente premiata in borsa, ndr), che si può riassumere
nel facilitare e incoraggiare la produttività del
lavoratore, motivandolo.

Sia attraverso un ampio welfare aziendale, che nel far
guadagnare di più chi più si impegna. Insomma bisogna
facilitare l’esplicarsi del merito. Il che equivale a dire
che bisogna contrastare lo spirito burocratico, a cominciare
da quello del sindacato, quando, come spesso avviene, è
autoreferenziale.

D. COME GIUDICA LA CONDIZIONE DEL COMMERCIO IN ITALIA?
R. Non è più un freno allo sviluppo. Il commercio ha
operato una grande ristrutturazione, con buoni passi avanti.
Se la modernità sono i centri commerciali, ma io non lo
penso, siamo anche troppo avanti. Bisogna valorizzare,
infatti, il ruolo del negozio di prossimità, perché vende
prodotto nazionale di qualità, sia per il tessile
abbigliamento, sia per l’agroalimentare, ed è parte
dell’eccellenza dei centri storici italiani. Contribuisce
insomma al made in Italy migliore. (Public Policy)

ABA