Dallo smartworking alle rinnovabili: cosa c’è (per ora) nel Pniec

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – È iniziato l’iter di aggiornamento del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec) che condurrà alla approvazione definitiva del nuovo testo entro giugno del 2024.

Nell’avviare il processo di aggiornamento del Piano, si legge nel documento di sintesi (executive summary) inviato dal Mase a Bruxelles, “è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede comunque una forte accelerazione su: fonti rinnovabili elettriche; produzione di combustibili rinnovabili (biometano e idrogeno); ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali (pompe di calore); diffusione auto elettriche e politiche per la riduzione della mobilità privata; CCS (sequestro, trasporto e cattura CO2)”.

Il Pniec nella sua versione totale – un corposo documento da oltre 400 pagine – è al momento ancora in lavorazione al ministero dell’Ambiente, che sta svolgendo un lavoro di editing sul testo.

ENERGIA RINNOVABILE

Il documento, preso in visione da Public Policy, fissa al momento una quota del 40% di rinnovabili nei consumi finali lordi di energia che sale al 65% per i consumi solo elettrici. Il 37% di energia da rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, il 31% nei trasporti, 42% di idrogeno da rinnovabili per gli usi dell’industria.

Il Pniec ricorda anche quanto fissato dal Regolamento effort sharing-Esr, cioè la riduzione delle emissioni inquinanti. Per il nostro Paese si stabilisce una riduzione del 43,7% rispetto ai livelli del 2005. Per raggiungere il target “sarà necessario avviare da subito una significativa riduzione delle emissioni pari a oltre il 30% rispetto ai livelli del 2021, da conseguirsi prevalentemente nei settori trasporti e civile; è indubbio che il percorso da compiere per conseguire il nuovo obiettivo europeo richiederà un grande sforzo, anche in termini di investimenti, da parte dell’intero sistema paese, anche alla luce degli importanti e profondi mutamenti del contesto economico e geopolitico intercorsi”, sottolinea il documento.

SMARTWORKING E SETTIMANA CORTA

La decarbonizzazione dei trasporti è indicata come una “tra le sfide di maggior rilievo per gli obiettivi emissivi e di transizione energetica”. In questo ambito, “gli interlocutori hanno evidenziato come prioritari la riduzione della domanda di trasporto”, attraverso diversi strumenti tra i quali vengono citati lo smartworking e la digitalizzazione dei servizi. Oltre a questo si fa menzione allo shift modale da trasporto privato su gomma ad altri mezzi (tpl, trasporto ferroviario). Per questi, viene evidenziato, “si ritiene tuttavia necessario un forte miglioramento della qualità dei servizi e una maggiore integrazione tra di essi”. Ma lo smartworking non è l’unica ricetta per la riduzione delle emissioni alla voce trasporti. Il documento, infatti, chiede di valutare la riduzione delle giornate lavorative a parità di ore lavorate.

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@fraciaraffo