ROMA (Public Policy) – “I datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, sono tenuti a corrispondere ai lavoratori una retribuzione complessiva sufficiente e proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato”. È quanto prevede la pdl sul salario minimo – presa in visione da Public Policy – presentata dalle opposizioni (tranne Iv) alla Camera.
La ‘retribuzione complessiva adeguata e sufficiente dovuta a tutti i lavoratori’ è data dal “trattamento economico complessivo”, noto come T.E.C, “comprendente non solo i minimi tabellari, ma anche gli scatti di annualità, le retribuzioni aggiuntive e le indennità contrattuali fisse e continuative, previste dal contratto collettivo, sottoscritto per il settore di effettiva attività aziendale dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative”. Il testo chiarisce che questo trattamento economico complessivo dovuto ai lavoratori “non impedisce che vengano stipulati anche contratti collettivi più favorevoli con efficacia limitata agli iscritti, essendo principio generale del diritto del lavoro l’efficacia e la validità delle pattuizioni sia individuali che collettivi di miglior favore”, si legge nella relazione illustrativa.
Il valore salariale minimo orario, cioè il trattamento economico minimo orario, o T.E.M, viene fissato in 9,00 euro lordi orari. “Il trattamento economico minimo orario come definito dal contratto collettivo nazionale di lavoro-Ccnl non può comunque essere inferiore a 9 euro lordi“, si legge nella norma.
IL CALENDARIO
La pdl sarà calendarizzata a settembre in commissione Lavoro alla Camera, apprende Public Policy da fonti parlamentari. In commissione è già in corso un corposo ciclo di audizioni, al termine del quale ne mancano circa 10. L’esame, quindi, entrerà nel vivo dopo la pausa estiva.
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