Il ddl Mense va adeguato a un paio di nuove leggi

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ROMA (Public Policy) – Adeguare le previsioni del disegno di legge alla riforma del Codice degli appalti e alla legge sugli sprechi alimentari, che sono stati approvati nel 2016 mentre il provvedimento era in corso di esame in commissione.

Si sta parlando del ddl sulla ristorazione collettiva, incardinato a giugno 2016 in commissione Agricoltura a Palazzo Madama, sul quale si è svolto un ampio ciclo di audizioni ed è stata fissata la scadenza per gli emendamenti a mercoledì 18 maggio (relatrice del provvedimento è Angelica Saggese, Pd).

A conclusione della discussione generale, la relatrice si è espressa sulla lunga fase informativa chiarendo come siano emersi “ampi e articolati spunti che impongono un adeguamento del testo del disegno di legge rispetto alla legislazione intervenuta successivamente”.

Sulla stessa linea il viceministro al Mipaaf, Andrea Olivero, che, condividendo la necessità dell’aggiornamento normativo delle disposizioni del ddl, si è espresso valutando positivamente l’intervento legislativo sul settore della ristorazione collettiva, che va dalla valorizzazione della diffusione della dieta mediterranea al consumo di prodotti provenienti dalla filiera corta e ai meccanismi per la promozione dei prodotti dei territori.

Il ddl, dunque, verrà sicuramente adeguato al nuovo Codice degli appalti, come richiesto anche dall’Anac durante le audizioni. Vediamo, in breve, cosa prevede il testo della proposta a prima firma di Leana Pignedoli (Pd), da cui si parte e i punti principali segnalati come criticità.

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IAC