Coronavirus, via libera al (primo) decreto. Le parole di Speranza

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ROMA (Public Policy) – Ieri Montecitorio ha dato il via libera al decreto legge Coronavirus – che contiene i provvedimenti urgenti diretti a fronteggiare l’evolversi dell’epidemia del Covid-19 – praticamente all’unanimità (462 voti favorevoli, 2 contrari e nessun astenuto). Il testo è rimasto sostanzialmente quello varato dal Governo, e l’ampia convergenza di tutte le forze politiche ha fatto sì che le opposizioni ritirassero quasi tutti gli emendamenti presentandoli come ordini del giorno. Dopo questo esame lampo il provvedimento andrà a Palazzo Madama, dove si prevede una “ratifica” altrettanto veloce. Tra le misure che potranno essere adottate per limitare la diffusione del Covid-19, oltre all’istituzione di zone rosse, c’è anche la chiusura di luoghi pubblici come stadi, cinema e teatri o la chiusura degli uffici pubblici. A verificare l’attuazione delle misure saranno le Forze di polizia o i militari, e i trasgressori saranno puniti con 3 mesi di carcere o con un’ammenda fino a 206 euro.

Sul tema Covid-19 ieri alle 21 si è svolta nell’aula della Camera anche l’informativa urgente del ministro della Salute, Roberto Speranza (che stamattina alle 9 replica in Senato). “A rispondere all’emergenza coronavirus deve essere tutto il nostro Paese. Dobbiamo fidarci dei nostri scienziati” ha detto Speranza, spiegando che la malattia “nella stragrande maggioranza dei casi comporta sintomi molto lievi”. “Dal coronavirus – ha aggiunto – si guarisce rapidamente e spontaneamente nell’80% dei casi, e nel 15% dopo regolari cure sanitarie. Solo il 5% presenta problemi molto gravi, e il tasso di letalità è poco sopra il 2%, in larghissima parte legato alle preesistenti condizioni morbose di soggetti anziani. Ma ad un basso tasso di letalità ne corrisponde invece uno significativo di contagio”. “Non essendo disponibili vaccini – ha sottolineato il ministro – l’isolamento dei contagiati è l’unica strada che garantisce efficacemente la riduzione della diffusione del virus. Andrea Ammon, direttirice dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie; Ndr) ha riscontrato che il numero molto alto di casi in Italia va correlato al numero molto alto di tamponi eseguiti rispetto a quelli fatti al di fuori del nostro Paese. E la commissaria Ue alla Salute ha detto che il nostro Paese ha adottato misure molto risolute e tempestive”.

Non è il momento di localismi, di egoismi, di divisioni o di protagonismi particolari. Supereremo insieme questa emergenza. L’Italia, il nostro Paese, è più forte del nuovo coronavirus” ha infine esortato il ministro. Ma oltre all’emergenza sanitaria, il Governo adesso sembra focalizzarsi – e molto – sul contenimento degli effetti economici negativi. E’ in preparazione un nuovo decreto legge con misure ad hoc. Preoccupano le numerosissime disdette che ricevono i nostri tour operator, anche per i mesi estivi, e l’impatto pesante su due Regioni – Lombardia e Veneto – assolutamente trainanti per il Pil. Il pericolo ha un nome preciso: recessione. Si cerca anche una mano dall’Europa, e al riguardo sembrano incoraggianti le parole pronunciate ieri dal commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni: “Nel Patto di stabilità sono previste clausole di flessibilità legate a circostanze eccezionali. E certamente – ha detto l’ex premier – il contagio provocato dal coronavirus in alcune zone del Nord del Paese rientra in questo tipo di circostanze”. (Public Policy) PAM