ROMA (Public Policy) – All’esame del pre-Cdm di ieri (e del Cdm di oggi) c’era – insieme al decreto Sblocca cantieri – un decreto legge sulla Brexit, volto a disciplinare i servizi bancari, finanziari e assicurativi in caso di recesso del Regno Unito dall’Ue in assenza di un accordo (no deal). La bozza del dl (“Misure urgenti per garantire la stabilità finanziaria e l’integrità dei mercati”), presa in visione da Public Policy, interviene, tra le altre cose, con una serie di garanzie per le attività degli operatori del Regno Unito attivi in Italia e per quelli italiani attivi in Uk.
Le norme puntano sostanzialmente a permettere a banche britanniche, imprese di investimento, istituti di moneta elettronica (che operano mediante succursali) del Regno Unito di continuare le proprie attività in Italia anche durante il periodo transitorio (che il dl prevede di 18 mesi), previa notifica alle autorità competenti tre giorni prima della data della Brexit. Le banche britanniche che svolgono attività di raccolta del risparmio non possono concludere nuovi contratti o rinnovare quelli esistenti. Per le banche che partecipano alle aste di titoli di Stato non è invece richiesta la notifica, ad eccezione dell’attività di raccolta del risparmio. Per poter continuare a operare in Italia anche dopo il periodo transitorio, o costituire un intermediario italiano, questi soggetti dovranno presentare un’apposita domanda entro sei mesi dall’avvio della transizione.
Nel decreto che arriva oggi in Cdm si rafforzerà inoltre il golden power sulla tecnologia 5G, dopo le polemiche seguite alle indiscrezioni sul MoU con la Cina sulla nuova Via della seta.
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GIL-GAV