Dopo l’aggressione a Scotto il Parlamento farà qualcosa?

0

ROMA (Public Policy) – Dall’introduzione di un reato ad hoc per la propaganda del regime fascista e nazifascista, riprendendo la cosiddetta pdl Fiano approvata solo in prima lettura alla Camera nella scorsa legislatura a quella di un “unico procedimento, semplificato e interamente giurisdizionalizzato”  per punire chi propaganda idee fasciste o istiga a commettere atti discriminatori.

Nel corso della XVIII legislatura, come già in quella precedente, non mancano proposte di legge depositate in Parlamento, alla Camera e al Senato, per modificare l’ordinamento vigente e punire in modo più severo la propaganda fascista e nazifascista.

Chissà se dopo l’aggressione dell’esponente di Mdp-Art. 1, Arturo Scotto, avvenuta all’inizio del nuovo anno a piazza San Marco a Venezia, il tema tornerà di stretta attualità anche nel dibattito politico-parlamentare della nuova maggioranza che sorregge il Governo Conte 2.

Nel frattempo, dopo che Emanule Fiano (Pd) ha annunciato che ripresenterà il progetto di legge a suo nome che non era riuscito a raggiungere l’approvazione definitiva prima della conclusione della XVII legislatura (mancava il passaggio definitivo al Senato), vediamo quali sono gli atti già depositati nelle due Camere.

PDL ANTIFASCISTE (MA NON SOLO: ANCHE SU FOIBE E ‘TOTALITARISMI’)

A dire il vero, le proposte depositate in Parlamento sono piuttosto eterogenee e tra maggioranza e opposizone non vi è comunanza d’intenti.

Tra le prime pdl depositate nel corso della XVIII legislatura, la capogruppo delle Autonomie al Senato, Julia Unterberger, ha riproposto il contenuto della pdl Fiano della scorsa legislatura, ovvero l’introduzione dell’articolo 293-bis del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista (con relativa modifica all’articolo 5 della legge Scelba), prevedendo la reclusione da 6 mesi a 2 anni per ogni forma di propaganda (compreso il saluto romano o la vendita di gadget raffiguranti immagini o persone degli anni del regime).

Leu alla Camera, invece, con una proposta a prima firma di Luca Pastorino (esponente di èViva), ha proposto di riunificare in un unico procedimento la sospensione dell’attività, lo scioglimento e la confisca dei beni di gruppi, organizzazioni, movimenti, associazioni e partiti di carattere fascista o che propugnano la discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Riunendo, quindi, ipotesi sanzionatorie diversificate, con la ratio di evitare la convivenza di “disposizioni distinte, farraginose, inefficaci e, purtroppo, di fatto inapplicate“, e previste in più leggi: codice penale (per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa), legge Scelba (per l’apologia di fascismo) e legge Mancino (per la discriminazione razziale, etnica e religiosa).

Dall’altra parte le opposizioni sembrano muoversi su un fronte del tutto diverso. FI ha proposto al Senato, con un ddl a prima firma di Enrico Aimi depositato prima della pausa natalizia, una modifica alla legge Scelba concernente l’introduzione del reato di apologia dei totalitarismi (al posto di quella fascista o in sua aggiunta ancora non è dato sapere, dato che il testo del progetto legislativo non è ancora stato pubblicato).

Luca Ciriani, capogruppo di FdI al Senato, ha depositato una proposta che modifica all’articolo 604-bis del codice penale “in materia di negazione, minimizzazione in modo grave o apologia dei massacri delle foibe“. Il testo del progetto legislativo mira, dunque, ad “ampliare” il terzo comma dell’articolo 604-bis del codice penale in cui si prevede la punibilità dei reati di propaganda, istigazione e incitamento di idee fondate sulla superiorità o l’odio razziale e sulla negazione, l’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra. All’interno di tale previsione, per Ciriani, “appare dunque opportuno esplicitare, accanto al riferimento espresso alla Shoah, il riferimento ai massacri delle foibe“.

Infine Ignazio La Russa (FdI) ha proposto l’stituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta “sulla violenza politica negli anni tra il 1970 e il 1989“, ovvero, come si legge nella relazione illustrativa, di un’età in cui “lo slogan della sinistra più o meno estrema era ‘uccidere un fascista non è reato'”. (Public Policy) IAC