ELEZIONI, DOZZO (LEGA): PRESENTIAMOCI ALLE POLITICHE, MA DA SOLI / INTERVISTA

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(Public Policy) – Roma, 8 ott – (di Gaetano Veninata) Gli
stati generali si sono tenuti a Torino la settimana scorsa,
ieri a Venezia c’è stata la festa del popolo. La Lega 2.0 di
Roberto Maroni (così com’è stata ribattezzata dallo stesso
segretario federale) riparte dal Nord, con uomini nuovi e un
sogno chiamato “Euroregione del Nord”.

Si tratta di una proposta di legge di modifica
costituzionale, sotto forma di referendum, per far rimanere
il 75% – oggi è il 35% – del gettito fiscale nella terra
d’origine. Uno degli uomini più vicini a Maroni è Gianpaolo Dozzo, da
gennaio capogruppo della Lega Nord alla Camera, e membro
della commissione Difesa.

D. IL PDL È IN CRISI, IL PD IN PIENA FEBBRE DA PRIMARIE. LA
LEGA COME STA?
R. Diciamo che abbiamo avuto un periodo problematico, ma ci
stiamo riprendendo, ho visto dei sondaggi le settimane
scorse che ci danno in crescita. Tutto sommato siamo sulla
buona strada.

D. UMBERTO BOSSI CHE RUOLO PUÒ AVERE NELLA LEGA 2.0?
R. Un ruolo Umberto Bossi ce l’ha già, ed è quello di
presidente federale, sancito anche nello statuto approvato
nell’ultimo congresso federale.

D. QUESTIONE ELEZIONI POLITICHE. ABBANDONERETE ROMA?
R. Come diceva Maroni, a febbraio faremo un’assemblea con i
militanti per decidere se alle prossime politiche ci saremo,
e se ci sarà risposta affermativa vedremo se fare alleanze o
se correre da soli. Il mio personale auspicio è quello di
presentarsi, ma correre da soli.

D. PORTE CHIUSE AL PDL, DUNQUE.
R. Bisogna vedere innanzitutto cosa decideremo a febbraio
in assemblea. Ma anche vedere che percorso farà il Pdl. Io
sento spinte al cambiamento, vogliono modificare anche il
nome, forse tornare alla vecchia Forza Italia. In realtà non
ci interessa molto, ma staremo comunque a vedere.

D. DEL GOVERNO MONTI NON SALVATE NIENTE?
R. Innanzitutto io non ho nessuna stima per una persona che
fa il moralizzatore a ogni piè sospinto, come Monti, e che
prima di accettare l’incarico come Primo ministro, si fa
assegnare dal capo dello Stato la carica di senatore a vita.

Per quanto riguarda l’operato del Governo, ha fallito su
tutta la linea, e i dati economici lo stanno lì a
dimostrare. Basti pensare che abbiamo una pressione fiscale
al 45,3% e una disoccupazione al 10,8%, una recessione al
2,4% e un’inflazione sostenuta: se questi fossero i numeri
di un Governo politico vorrei vedere cosa avrebbero detto e
scritto giornali e tv.

Se poi anche questo Governo tecnico
ha imparato la tecnica degli annunci, tipo quello di
riuscire ad abbassare la pressione fiscale entro fine anno:
beh, siamo al delirio collettivo.

D. DOPO IL BLITZ CON IL PDL SUL SEMIPRESIDENZIALISMO AL
SENATO, IL DIBATTITO SULLA LEGGE ELETTORALE SI È ARENATO.
VOI COSA CHIEDETE?
R. Noi abbiamo votato non solo per il semipresidenzialismo,
ma anche per Senato federale e riduzione del numero dei
parlamentari. Noi puntiamo, anche se i tempi sono molto
ristretti, a una netta riduzione del numero dei
parlamentari, la nostra proposta era di 200 deputati e 100
senatori, con costi zero per il Senato federale.

Per quanto riguarda la legge elettorale, dopodomani ci sarà
un altro mercoledì, e non so quanti mercoledì-day ho contato
in questi mesi, perchè il mercoledì era sempre il giorno
fatidico per la legge elettorale. Ho la netta sensazione che
le posizioni siano molto distanti e che sia un po’ difficile
uscire dalla situazione in cui si trovano sia Pd che Pdl. La
nostra posizione è chiara: preferenze e sbarramento al 5% a
livello nazionale, oppure a livello di diverse
circoscrizioni elettorali, ad esempio se si raggiunge in tre
circoscrizioni l’8% si va in Parlamento

D. LO SCANDALO LAZIO HA APERTO IL DIBATTITO SU REGIONI ED
ENTI LOCALI. IL PAESE È MALATO DI TROPPO FEDERALISMO O DI
TROPPO POCO?
D. Non c’è stata in realtà la vera attuazione del
federalismo e questo ha generato tutte le situazioni penose
alle quali assistiamo in questi giorni. Proprio perchè non
c’è stata la possibilità di attuare la riforma federalista
nel vero percorso che noi avevamo auspicato. Pensi se si
fosse arrivati alla definizione di costi standard per quanto
riguarda non solo la spesa sanitaria, ma tutte le spese
delle Regioni.

Dev’essere data autonomia piena alle Regioni in modo che si
possa far sì che le tasse rimangano lì e chi è più bravo le
possa abbassare nei propri territori. Adesso c’è questa
involuzione centralista, di chi a parole è liberista, ma in
realtà è ultranazionalista. Noi siamo pronti alla nostra
battaglia.

D. QUAL È IL GIUDIZIO DELLA LEGA SUL MOVIMENTO 5 STELLE?
R. In democrazia ognuno può fare le proprie proposte e fare
il proprio gruppo politico, può confrontarsi e anzi deve
farlo con gli elettori. C’è posto per tutti, anche per il
M5S. Io non ho nessuna remora nel confrontarmi con loro.

Anche perchè la stessa tecnica diffamatoria l’hanno usata
nei nostri confronti quando siamo nati, io ci sono già
passato, le ho viste tutte, mi chiamavano razzista,
xenofobo, antidemocratico. Quindi non voglio assolutamente
fare nei confronti di qualcun altro quello che è stato fatto
nei miei confronti e nei confronti della Lega. (Public
Policy)