(Public Policy) – Roma, 29 gen – “Confido nel Tar che si
esprimerà entro questa settimana”. È fiducioso il candidato
presidente alla Regione Lazio della lista radicale Giustizia
Amnistia e Libertà Giuseppe Rossodivita, esclusa
dall’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Roma dalla
competizione elettorale.
Ma come è potuto capitare? E quale legge l’ufficio
elettorale ha applicato, escludendo la lista perché aveva
troppe donne?
“C’è una legge regionale, la n. 2 del 2005 – risponde
Rossodivita – che impone una parità di presenza di sessi nel
listino del presidente: che può essere composto da un minimo
di 6 persone e un massimo di 10 in questa tornata
elettorale. La Corte d’Appello, interpretando una serie di
norme, che non dicono espressamente questo, afferma che il
candidato presidente non deve essere computato nelle quote
di ripartizione fra i sessi. Essendo il listino formato
dalla capolista candidato presidente, le donne sono 5 e i
maschi sono 4. Secondo loro andava fatto un listino da 11”.
La legge regionale all’articolo 3 stabilisce che “la lista
regionale è composta in modo che ci sia almeno un candidato
residente per ciascuna delle Province della Regione e che
entrambi i sessi siano rappresentati in pari misura. Sono
inammissibili le liste regionali che non prevedono candidati
residenti e la pari presenza di candidati di entrambi i
sessi”. Da qui la legge poi c’è l’interpretazione.
Anche in appello, i radicali perdono. Lo stesso giorno di
quando è stata comunicata l’esclusione, domenica scorsa,
ritirano una candidatura, ma non è bastato: “Abbiamo
depositato l’istanza due ore dopo, domenica mattina, una
istanza di ammissione con rinuncia della candidatura da
parte di una donna, in modo che fosse stabilita la parità.
Questo secondo passaggio è ancora più scandaloso del primo –
commenta il candidato presidente – perché i giudici in
assenza di qualsiasi norma hanno individuato un termine
ultimo per la presentazione delle rinunce che coincide a
quello della presentazione della lista”.
Cioè vi hanno detto che dovevate ritirare la candidatura
entro il termine della presentazione delle liste?
“Esatto, ma la rinuncia alla candidatura è necessariamente
successivo al termine della presentazione della lista –
precisa Rossodivita – è un non senso logico e un non senso
giuridico perché non c’è nessuna norma che dice questo. Loro
scrivono che non c’è un termine per la presentazione della
candidatura, lo individuano sulla base dell’esigenza di
salvaguardare la certezza del procedimento elettorale. Mi
domando due ore dopo la correzione, che tipo di incertezza
si sarebbe potuta produrre…”.
Questi i dieci nomi del listino del presidente di Amnistia
Giustizia e Libertà: Giuseppe Rossodivita, Rocco Berardo,
Antonella Casu, Sergio Rovasio, Michele De Lucia,
Maria Antonietta Farina Coscioni, Mina Welby, Anna
Cannellino, Gaetano Valentino e Valeria Centorame.(Public
Policy)
LAP