ROMA (Public Policy) – “Per quanto riguarda le iniziative che il gestore intende porre in essere per evitare che in futuro possano ripresentarsi tali disservizi, Terna sta procedendo alla sperimentazione, su alcune linee elettriche dell’alta tensione in zona dolomitica, sia di una nuova tecnologia atta a ridurre lo spessore dei manicotti di ghiaccio, sia di un sistema per scuotere i cavi al fine di scrollare gli accumuli. Tale sperimentazione potrebbe essere estesa su tutto il territorio appenninico“.
A dirlo è stato il sottosegretario dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti rispondendo, nell’aula della Camera, a una interpellanza Pd sulla chiusura di alcuni tratti autostradali e all’interruzione prolungata delle forniture elettriche e idriche nella regione Emilia Romagna, in occasione dell’eccezionale ondata di maltempo del 5 e 6 febbraio 2015. In merito ai disservizi che hanno riguardato Enel De Vincenti ha spiegato che anche questa, “come il gestore Terna, sta studiando nuove soluzioni tecnologiche contro la formazione di ghiaccio sui cavi e le modalità per migliorare il piano di emergenza”.
“Per quanto riguarda i disservizi riferibili al gestore del sistema elettrico nazionale Terna Spa, le attività di ripristino delle forniture di energia elettrica sono andate a rilento a causa della chiusura della rete viaria, e della impossibilità di far decollare elicotteri, date le condizioni meteorologiche, per raggiungere le situazioni di maggiore criticità, cui si sono aggiunte difficoltà nei sistemi di telecomunicazione – ha spiegato il sottosegretario – Tuttavia, in previsione dell’ondata di maltempo, Terna aveva predisposto un piano di emergenza, che si è dispiegato in tre aree critiche: l’area reggiano-modenese, l’Appennino bolognese, la Romagna”.
“La società distributrice di energia elettrica Enel distribuzione Spa, in seguito all’allerta meteo della Protezione civile, riferisce di aver proceduto ad attivare il proprio piano di emergenza, rinforzando il personale reperibile e pre-allertando le imprese appaltatrici – ha proseguito De Vincenti – La società si è mobilitata con le risorse operative interne e dirottando in Emilia anche task force provenienti da altre aree territoriali per oltre 850 persone, a cui si sono aggiunte 300 persone delle imprese appaltatrici”.(Public Policy) NAF