ROMA (Public Policy) – Scelta civica ci riprova: il gruppo al Senato ha ripresentato al dl Enti locali (Salva Roma bis) in commissione Bilancio l’emendamento di Linda Lanzillotta che prevede la cessione delle quote Acea da parte del Comune di Roma, seppur prevedendo “il controllo pubblico della società”.
L’emendamento è molto simile a quello che era già stato approvato dall’Aula del Senato sul dl Salva Roma il 19 dicembre, dopo varie polemiche che non tardano ad arrivare nemmeno questa volta. L’emendamento impegna tra le altre cose il Comune di Roma a “dismettere ulteriori quote di società quotate in borsa fermo restando il controllo pubblico delle società e delle reti”.
L’emendamento, inoltre prevede di “operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate prevedendo per quelle in perdita il necessario riequilibrio con l’utilizzo degli strumenti legislativi esistenti”, “liberalizzare il trasporto pubblico locale, la raccolta dei rifiuti e lo spazzamento delle strade” ed “estendere già nel 2014 l’applicazione dei vincoli del patto di stabilità interno a tutte le società partecipate direttamente o indirettamente, nonché quelli in materia di assunzioni di personale e di acquisti di beni e servizi”.
Ancora, il nuovo emendamento Lanzillotta, come il vecchio, prevede di “operare la ricognizione dei costi unitari della fornitura di servizi pubblici locali e adottare misure per riportare tali costi ai livelli standard dei grandi Comuni italiani”, a “procedere alla messa in liquidazione le società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico” e a “valorizzare e dismettere quote del patrimonio immobiliare del Comune”.
Si prevede inoltre che il Comune debba inviare a Mef e Parlamento, entro 60 giorni, un rapporto che evidenzi le cause della formazione negli anni precedenti del disavanzo di bilancio e l’entità del debito e presentare entro il 30 aprile un piano biennale per la riduzione del debito. La prima critica arriva dal sindaco di Roma, Ignazio Marino: “Si rispetti l’indicazione data dal popolo italiano con il referendum del 2011 – dice – L’acqua è pubblica e tale deve restare, questo punto non può essere messo in discussione da nessuno”. (Public Policy)
VIC