(Public Policy) – Roma, 14 nov – La via verso l’unificazione
bancaria europea è ancora lunga, e presenta vari nodi da
sciogliere. Alcuni di questi li ha illustrati oggi il
ministro dell’Economia Vittorio Grilli, in audizione alla
commissione Finanze al Senato.
Grilli si è soffermato soprattutto sul tema della vigilanza
bancaria, le cui modalità di attuazione sono state definite
lo scorso 12 settembre in una bozza di regolamento della
Commissione europea, e ancora in discussione (è di ieri
l’ultima riunione dell’Ecofin) tra gli esponenti delle
istituzioni europee.
La proposta, ha spiegato il ministro, “è accompagnata da
una bozza di modifica del regolamento dell’Autorità bancaria
europea, al fine di tenere conto, nelle previsioni di voto,
della presenza della Bce nonché dell’adesione al Bsm
(Banking supervision mechanism) solo di una parte degli
Stati membri”.
Proprio dall’attribuzione dei poteri alla Bce e dalle
scelte su quali Paesi far accedere al Bsm, alcune
“criticità” sono ancora da superare. Grilli ha ricordato
come per ora l’applicazione del Bsm riguardi solo gli Stati
dell’area euro, e la possibilità di applicarla a tutti e 27
i Paesi membri non sia stata considerata “un’opzione
percorribile, data la preannunciata opposizione di alcuni
Stati membri”.
La partecipazione solo di un gruppo di Paesi tuttavia, ha
sottolineato il ministro dell’Economia, “pone delicati
problemi di equilibrio tra le posizioni degli Stati membri
dell’area euro e non: la proposta di regolamento consente
quindi agli Stati membri che pur non avendo adottato l’Euro,
intendono partecipare al Bsm, di aderirvi tramite una
stretta cooperazione con la Bce nel rispetto di determinate
condizioni”.
Altra questione riguarda le funzioni di vigilanza
attribuite alla Bce. La proposta della Commissione Ue, ha
spiegato il ministro, assegna alla Banca centrale la
possibilità di interventi prudenziali sulle singole banche,
e i compiti di vigilanza “macroprudenziali” che hanno
applicazione generalizzata a tutte le banche, e servono a
contrastare i rischi sistemici.
Secondo il testo europeo,
inoltre, alle autorità nazionali verrebbe assegnati compiti
operativi, istruttori ed esecutivi, su richiesta della Bce.
È uno dei punti ancora aperti a livello europeo. “In
proposito – ha detto Grilli – ritengo che si possano
ipotizzare, senza contravvenire al principio di attribuzione
in capo alla Bce della responsabilità ultima della
vigilanza, strumenti normativi per assicurare un certo grado
di decentramento da parte della Bce delle responsabilità
decisionali, accompagnato da adeguate salvaguardie, al fine
di garantire il funzionamento efficiente del Bsm e
l’efficacia della vigilanza”.
Ma il tema dei rapporti tra Bce e autorità nazionali, ha
sottolienato Grilli, “ha anche notevoli implicazioni
giuridiche”. Ad esso infatti “è sottesa una nuova
riflessione sulla possibilità per un’istituzione comunitaria
di delegare poteri discrezionali a un altro soggetto, non
previsto nei Trattati”.
L’attribuzione alla Bce delle funzioni di vigilanza, ha
spiegato Grilli, “impatta sulla sua Governance sotto due
profili: è necessario introdurre salvaguardie appropriate a
ridurre il conflitto di interessi fra politica monetaria e
funzioni di vigilanza, e tenere conto della possibile
partecipazione al Bsm i Stati membri che non adottano l’euro
e che, come tali, sono esclusi dal voto negli organi
decisionali della Bce”.
Il regolamento predisposto dalla Commissione prevede la
costituzione all’interno della Banca centrale europea di un
consiglio di vigilanza a cui è affidato il compito di
pianificare e svolgere le funzioni della Banca, di cui fanno
parte i rappresentanti di ciascuna autorità nazionale, ed
esponenti della Bce stessa.
La proposta, per Grilli, “va nella giusta direzione, anche
se ulteriori salvaguardie anche procedimentali, sembrano
auspicabili”. Per i rappresentanti degli Stati non
appartenenti all’area euro “sembra auspicable prevedere
modalità di partecipazione piena, nei limiti consentiti
dallo statuto della Bce”. (Public Policy)
LEP