ROMA (Public Policy) – “La crisi è un problema di debito pubblico? No, i disequilibri e le diseguaglianze sono di altra natura, noi facciamo proposte chiare sul ruolo della Bce e sull’uso del bilancio dell’Ue come strumento di garanzia del debito sovrano dei Paesi europei”.
Lo dice il deputato Sel Giulio Marcon, fondatore della campagna “Sbilanciamoci“, in conferenza stampa alla Camera, presentando un’intervista al presidente del Parlamento Ue e candidato Pse alla Commissione europea, Martin Schulz (nella foto), su “Sbilanciamo l’Europa”, supplemento al quotidiano “il manifesto” in edicola domani.
All’incontro sono intervenuti anche l’ex viceministro dell’Economia, Stefano Fassina (Pd) l’ex sindacalista Fiom, oggi deputato di Sinistra ecologia e libertà, Giorgio Airaudo e Pia Locatelli, deputata Psi e presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne.
AIRAUDO: SINISTRA TORNI A PARLARE AUTONOMAMENTE
Il deputato Sel parte da un dato politico: “Se Tsipras(Alexis, candidato della sinistra radicale alla Commissione Ue, in Italia appoggiato da Sel, Prc, Pdci e Verdi; Ndr) non dovesse vincere ha detto che sosterrebbe Schulz, mi sembra un tema rilevante”. Per Airaudo il problema “è se la sinistra vince in Europa, e in Europa la sinistra è il Pse, le forze che appoggiano Tsipras e i Verdi. Il contributo che dall’Italia possiamo dare in queste ore, sperando che si definiscano presto i contorni della lista Tsipras, è che anche qui si apra un dibattito sulla sinistra”.
L’ex sindacalista ritiene molto importante il fatto che dentro “al Pse e ai partiti socialisti e socialdemocratici europei riprenda una discussione autonoma rispetto alle culture neoliberiste”, su come “il lavoro ritorni a essere un valore e a ricomprendere la cittadinanza”.
FASSINA: BASTA SUBALTERNITÀ
Leggendo l’intervista di Schulz, l’ex viceministro, tra i maggiori critici del governo Renzi, ritrova le stesse “contraddizioni che ho sentito anche addosso a me: indubbiamente Schulz non è affetto da quella subalternità culturale che ha segnato tanti socialisti europei, lo stesso Pd e anche i partiti da cui è sorto, ma è evidente che si scontra con i rapporti di forza reali”.
Nonostante le contraddizioni, Fassina dice di non avere memoria di “affermazioni così nette sulla subalternità culturale (nei confronti delle politiche economiche della destra; Ndr) fatte da personaggi politici del rilievo di Schulz. È tardivo – ammette il deputato Pd – ma è un fatto politicamente rilevante sul quale costruire qualcosa”. Sabato, ricorda Fassina, “c’è il congresso del Pse a Roma, oggi il Pd sancisce l’ingresso formale nella famiglia dei socialdemocratici europei e questo può aiutare a spostare l’asse politico e culturale della famiglia europea”.
Per quanto riguarda l’Ue attuale, Fassina parla di “cecità ideologica”, quando sente il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, parlare di miglioramenti nell’economia dei Paesi europei: “Oggi in Grecia si sta parlando del terzo bailout perchè i primi due non sono stati sufficienti, stiamo scherzando?”. Altro dato sottolineato da Fassina è il fatto che “per la prima volta i partiti indicheranno il candidato presidente della Commissione. È una grande svolta, la Commissione non verrà più vista come un organo tecnico ma politico”.
LOCATELLI: SCHULZ HA UNA VERA ANIMA SOCIALDEMOCRATICA
Amica di Schulz, ancora prima che compagna di gruppo, è la presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne, Pia Locatelli: “Schulz lo conosco bene da tanti anni, come uomo e come politico. Se lo seguirete in campagna elettorale scoprirete il vero Martin Schulz. Ha una vera anima socialdemocratica, e questo è il suo valore come candidato alla presidenza della Commissione Ue”.
A Locatelli “dispiace un poco che ci sarà un concorrente a sinistra (Tsipras; Ndr) perchè partiamo da una situazione difficile, possiamo avere tutti i nostri sogni, ma la realtà di fatto è che i 28 Paesi Ue hanno 10 governi di centrodestra, 8 di centrosinistra, 10 con le grandi coalizioni, 5 guidati da leader centrosinistra, 5 da leader di centrodestra: è questa la realtà dalla quale partire”. Un’altro strumento che ci limita anche più dei trattati, spiega Locatelli, “è il six pack (le sanzioni amministrative che vengono applicate automaticamente non appena un Paese non rispetta le norme del Patto di bilancio e stabilità; Ndr), che trattato non è ma è come se lo fosse”.
La deputata socialista chiude con una speranza: “Credo che Schulz possa essere la persona che riesce a scardinare questo gioco”. (Public Policy)
GAV