ROMA (Public Policy) – Ridurre il periodo di deducibilità delle spese sostenute per l’ammissione alla quotazione in borsa (Ipo). È questa una delle ipotesi al vaglio del Governo – secondo quanto Public Policy è in grado di anticipare – che potrebbe essere inserita nella prossima manovra finanziaria.
A quanto si apprende, la norma che si va delineando punta a rendere meno onerose le spese per l’ammissione alla quotazione.
Le Ipo, Initial Public Offering, corrispondono all’offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta sul mercato regolamentato. Dunque per incentivare la quotazione il Governo punta a ridurre l’attuale arco temporale (da 5 a 4 esercizi) in cui è possibile dedurre i costi sostenuti per la quotazione. In sostanza, si permetterebbe di dedurre le spese Ipo nell’esercizio in cui sono state sostenute oppure di lasciare all’imprenditore la scelta di dedurre i costi in quota costanti in un arco temporale da 2 a 5 anni.
Secondo il Tesoro, la proposta potrebbe portare effetti positivi in quanto agevolerebbe le imprese ad aprire il proprio capitale a nuovi azionisti in modo da accedere ai capitali di rischio a costi più contenuti.
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SOR