GreenItaly, Unioncamere: 328 mila aziende italiane hanno investito dal 2008 in tecnologie verdi

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328 mila aziende italiane

(Public Policy) – Roma, 4 nov – 328 mila aziende italiane (il 22%) dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente dal 2008 hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia. Dalle quali quest’anno arriverà il 38% di tutte le assunzioni programmate nell’industria e nei servizi: 216.500 su un totale di 563.400.

Sono dati di “GreenItaly 2013. Nutrire il futuro”, il rapporto annuale di Unioncamere e Fondazione Symbola che ricostruisce la forza e racconta le eccellenze della green economy nazionale. Con i green jobs che diventano protagonisti dell’innovazione e copriranno addirittura il 61,2% di tutte le assunzioni destinate alle attività di ricerca e sviluppo delle nostre aziende: la ricerca e l’innovazione che, dunque, parlano green. È questa la green economy italiana, cui si devono 100,8 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto, in termini nominali, dalla green economy nel 2012, pari al 10,6% del totale dell’economia nazionale, esclusa la componente imputabile al sommerso.

Il rapporto “GreenItaly 2013” è stato presentato oggi a Milano nella sede di Expo 2015 alla presenza di Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere, Claudio Gagliardi, segretario generale Unioncamere, Giuseppe Sala, commissario unico Expo 2015, Aldo Bonomi, direttore Aaster, Rosario Bifulco, presidente Green economy network Assolombarda, Maurizio Martina, sottosegretario Expo 2015, Andrea Orlando, ministro dell’Ambiente, Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola.

La green economy, secondo Symbola e Unioncamere, è un nuovo paradigma produttivo che esprime, nel nostro Paese, la parte propulsiva dell’economia: “Dall’inizio della crisi, nonostante la necessità di stringere i cordoni della borsa, più di un’impresa su cinque ha scommesso sulla green economy. Che è stata, quindi, percepita come una risposta alla crisi stessa, e non ha deluso le aspettative”. Chi investe green, infatti, si legge nel rapporto arrivato alla quarta edizione, è più forte all’estero: il 42% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propri prodotti, contro il 25,4% di quelle che non lo fanno.

Green economy significa innovazione: il 30,4% delle imprese del manifatturiero che investono in eco-efficienza ha effettuato innovazioni di prodotto o di servizi, contro il 16,8% delle imprese non investitrici. E significa redditività: il 21,1% delle imprese manifatturiere eco-investitrici ha visto crescere il proprio fatturato nel 2012, tra le non investitrici è successo solo nel 15,2% dei casi. Dalla green economy nazionale arrivano segnali positivi anche sul tema dell’occupazione giovanile: il 42% del totale delle assunzioni under 30 programmate quest’anno dalle imprese dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente verrà fatto proprio da quel 22% di aziende che fanno investimenti green.

La green economy, insomma, fa già parte del presente della nostra economia. E può diventarne il futuro. “A questo tracciante verde dell’Italia migliore – auspicano Unioncamere e Symbola – deve guardare con più curiosità e attenzione la politica quando ragiona di sviluppo e rilancio. E non può non farlo Expo 2015: che, partendo dalle fila dell’agroalimentare e dipanandole lungo la filiera e i territori, rappresenterà una straordinaria occasione di rilancio del sistema Paese, che in questa green economy ha la sua avanguardia”. (Public Policy)

SPE