di Pietro Menzani
ROMA (Public Policy) – Mercoledì scorso l’aula del Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge di delega al Governo “per la revisione del Codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica”. Con 83 voti favorevoli, 55 contrari e zero astenuti, Palazzo Madama ha dato il via libera al provvedimento, che passa ora a Montecitorio.
L’obiettivo che si pone il ddl delega è quello di semplificare le procedure di autorizzazione paesaggistica evitando però, al contempo, di ridurre le tutele per il patrimonio culturale del Paese.
Il disegno di legge è stato presentato a febbraio su iniziativa del senatore della Lega Roberto Marti ed era stato co-firmato da altri otto senatori del medesimo gruppo. Il provvedimento è stato esaminato dalle commissioni Cultura (di cui Marti è presidente) e Ambiente. I relatori sono stati Andrea Paganella (Lega) e Francesca Tubetti (FdI).
Il ciclo di audizioni (iniziato il 26 marzo) si è concluso il 29 aprile. Mentre il 28 maggio è stato adottato un nuovo testo base depositato dai relatori, che successivamente è stato ulteriormente modificato con l’approvazione di alcuni emendamenti. L’esame nelle commissioni riunite si è concluso lo scorso 5 agosto.
Si ricorda che già a gennaio scorso, la Lega aveva già provato a intervenire in questo ambito presentando un emendamento al dl Cultura con l’obiettivo di rendere non vincolante il parere della Soprintendenza in materia di compatibilità paesaggistica di interventi già effettuati. Tuttavia, l’emendamento, promosso dal deputato Gianangelo Bof, era stato ritirato a seguito del parere negativo espresso dal ministero della Cultura. Proprio in quell’occasione Bof aveva però annunciato che avrebbe portato avanti questa battaglia, “con due proposte di legge alla Camera e al Senato”.
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