I fatti di Roma e la risposta di Draghi: cosa c’è in ballo

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Ma il centrodestra ha un problema con i fascisti? Giriamo la domanda a Marcello Pera, filosofo, ex presidente del Senato: “No, mi spiace. Almeno per la Lega c’è più un problema di identità e di scelta, se ancora localistica o nazionale, se sovranista o liberale”, dice Pera a Public Policy: “Credo che evolverà positivamente. Quanto a FdI, erano missini alla nascita e al momento lo sono ancora. Riguardo a me, non partecipo a adunate antifasssiste. L’ho già scritto: se davvero stesse per rinascere il fascismo, i nostri intellettuali di oggi farebbero come i loro nonni di allora: applaudirebbero il futuro Duce”.

Rimane la questione – a 72 ore dai fatti di Roma, con l’assalto di Forza Nuova e dintorni alla sede della Cgil, senza che le forze dell’ordine riuscissero a fare alcunché – di che cosa fare con i violenti che sfruttano politicamente le manifestazioni di protesta contro il Green Pass. Anche perché l’obbligo di Green Pass per i lavoratori scatta venerdì 15 ottobre (le linee guida peraltro sono appena arrivate, diciamo non celermente) e ci potrebbero essere nuove manifestazioni. Una, organizzata però dalla Cgil in risposta agli attacchi, ci sarà il 16 ottobre, nel giorno del silenzio elettorale, alla vigilia dei ballottaggi. Non un modo, forse, per allentare la tensione. Oltretutto, il Pd ha presentato una mozione per chiedere al Governo di sciogliere il partito di Roberto Fiore, arrestato dopo gli scontri di sabato scorso. L’Esecutivo è tentato di procedere allo scioglimento via decreto, come disposto da un emendamento del 1957.

Una soluzione, dice a Public Policy il politologo Marco Tarchi, che tuttavia “non risolverebbe il problema. Si riorganizzerebbero sotto una nuova sigla. Il problema ha radici complesse, a partire dal fatto che questi gruppi si sono gonfiati dopo che Gianfranco Fini, senza alcuna seria analisi critica, si è dato a una sommaria e frettolosa defascistizzazione di An (proprio lui, che pochi anni prima esaltava il ‘fascismo del 2000’), liquidando di fatto, perché ‘non in linea’, l’organizzazione giovanile. In questo modo ha regalato migliaia di simpatizzanti a Fn, CasaPound e affini (che comunque sono molto meno identici di quanto non si creda)”.

Dice lo storico Giovanni Orsina, in un’intervista a Huffington Post, che “sciogliere Forza Nuova sarebbe un segnale di debolezza perché significherebbe dare grande risalto a un’infima minoranza. Non ne vale la pena”. C’è peraltro differenza fra oggi e un secolo fa, dice Orsina, quando nel 1921 fu devastata la sede dell’allora Cgl: “All’epoca venivamo da più di tre anni di guerra, con 600 mila caduti militari. Quel livello di accettazione e legittimazione della violenza come strumento di lotta politica sarebbe oggi inimmaginabile. La rivoluzione bolscevica era una forza storica travolgente. C’erano il malcontento dei reduci, l’arditismo. Il conflitto sociale nella Pianura Padana era a livelli incontrollabili. Lo Stato non riusciva minimamente a tenere sotto controllo tutto questo scenario. Insomma: evitiamo di azzardare paragoni storici improponibili. Forza Nuova oggi è una minoranza violenta irrilevante in un paese che non è violento. In un paese anziano, fra l’altro: altro che la giovinezza sulla quale faceva leva il fascismo. E dove sono poi i partiti organizzati, radicalmente antidemocratici, con le loro milizie paramilitari?”.

Il giurista Michele Ainis, in un’intervista a Il Dubbio, spiega che “il vero discrimine della violenza sia l’atto violento, non tanto le parole. La responsabilità penale è personale e quindi i singoli che si sono resi responsabili di atti violenti in questi giorni andrebbero certamente presi e portati a processo. Ma non so quanto sia saggio sciogliere Forza nuova, potrebbe persino essere controproducente determinando una sindrome da perseguitato nel persecutore”.

Il Pd naturalmente difende la propria scelta, come spiega Stefano Ceccanti, deputato del Pd e costituzionalista: “Fermo restando che di questa ipotesi si parla non per l’orientamento ideologico (cosa che non sarebbe comunque possibile), che l’uso della violenza è evidentemente non una scelta di singoli ma del gruppo dirigente dell’organizzazione (non c’entra niente quindi obiettare che la responsabilità penale è personale) e che la mozione Pd non chiede il decreto legge senza sentenza, è abbastanza surreale come la destra politica sia restia ad utilizzare la legge Scelba”. Mario Scelba, dice Ceccanti, “era esponente sì antifascista e anti-monarchico della cosiddetta Prima Repubblica, ma anche uno dei più a destra che esistessero nella Democrazia cristiana, oppositore strenuo al centrosinistra. Una destra democratica europea lo utilizzerebbe nel proprio pantheon anziché temerlo”.

C’è però una questione, osserva a Public Policy Achille Totaro, senatore di Fratelli d’Italia: “Io non sono un moderato, rivendico di essere di destra; ma se sabato fossi stato in piazza sarei andato davanti alla sede della Cgil a difenderla. So che cosa significa vedere assaltate le proprie sedi, è successo anche a me con i comunisti quando ero più giovane. Sono dei criminali e non ho problemi a dirlo. Forza Nuova non c’entra nulla con noi, anzi, gli facciamo un po’ schifo perché secondo loro non siamo rivoluzionari. Ma noi i conti con la nostra storia li abbiamo fatti. Non è che ogni volta dobbiamo ricominciare daccapo. Non è che possiamo diventare di sinistra per fare un piacere al Pd e così essere socialmente accettati da loro”.

Draghi fin qui è stato politicamente accorto, evitando di creare tensioni nella maggioranza. È andato a far visita alla Cgil, un gesto tutt’altro che simbolico e molto politico (altro che tecnico: Draghi fa, e non da ora, politica). A seconda di come si muoverà il Governo adesso nei confronti della mozione del Pd, le cose cambieranno molto. La risposta di Draghi insomma non sarà neutrale. Non potrà esserlo. Il rischio dunque è che si venga a creare un complesso combinato disposto, fra l’avvio delle norme sul green pass in azienda e le probabili nuove tensioni, nella maggioranza e anche nel Paese. (Public Policy)

@davidallegranti

(foto: cc Palazzo Chigi)