Il capitale politico di Meloni in gioco a Washington: pochi margini, nessuna certezza

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di Francesco Galietti*

ROMA (Public Policy) – Il blitz di Giorgia Meloni alla Casa Bianca ha attirato forte attenzione da parte dei media internazionali e delle cancellerie europee. Al netto delle personalità in gioco, è importante capire le forze impersonali che governeranno l’incontro.

Sul piano temporale, Meloni incontrerà Trump diversi giorni dopo l’annuncio di una sospensione di tre mesi delle extra-tariffe contro l’export Ue, e la simmetrica sospensione delle contro-tariffe di Bruxelles. Una portavoce della Commissione europea, nel corso di una conferenza stampa tenutasi mercoledì a Bruxelles, ha tenuto a ribadire che la competenza negoziale su dazi e politiche commerciali è in capo alla Commissione e non alle singole cancellerie europee. La Casa Bianca ha infine fatto sapere negli scorsi giorni di non voler discutere la proposta europea di rimozione di tutte le tariffe sui beni industriali, incluse le auto, nota come ‘zero dazi’, che la stessa Meloni aveva evocato pubblicamente.

Resta confermata, quindi, la volontà statunitense di ridurre drasticamente la dipendenza da altri blocchi economici e ricostruire una base industriale propria.

Con queste premesse, Meloni non dispone di margini di manovra sui grandi dossier economici, e cercherà di concentrarsi sul consolidamento del rapporto con Trump. Dovrà, in particolare, privilegiare un canale diretto e non intermediato da Elon Musk, il cui mandato alla Casa Bianca è a tempo e sconta l’aperta ostilità della componente MAGA.

Sul versante dei rischi, quello principale consiste in un richiamo da parte di Trump all’aumento della spesa per la Difesa, su cui si registra oggi un sostanziale allineamento con Bruxelles e Berlino. Si tratta di un tasto dolente per Meloni, che deve fare i conti con la linea pacifista della Lega salviniana e di un’ampia fetta di opinione pubblica, oltre che con l’elevato debito pubblico dell’Italia. Non si può escludere che Trump eviti pubblicamente l’argomento, evitando così di imbarazzare Meloni. Tuttavia l’impressione è che, tanto nel bilaterale con gli Usa quanto nei rapporti di forza a Bruxelles, questo tema brucerà moltissimo del capitale politico di Meloni. (Public Policy)

*fondatore di Policy Sonar

(foto cc Palazzo Chigi)