(Public Policy) – Roma, 04 gen – “Sul tema della tassa degli extraprofitti alle banche abbiamo applicato una tassa su quello che consideriamo un margine giusto. Lo dico per ribadire che non c’era un intento punitivo da parte del Governo”.
Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno (sul notiziario PP, in abbonamento, tutte le risposte della premier).
“C’è stata una differenza tra i tassi di interesse che venivano pagati per avere il prestito o il mutuo e i tassi di interesse che venivano riconosciuti per i depositi e i conti correnti. La differenza tra quei due tassi è stato oggetto della nostra tassazione per il 40%“, ha proseguito Meloni.
“La tassa è lì, nessuno ha tolto questa tassa, quello che è cambiato in sede di conversione è stata l’aggiunta della possibilità – in alternativa al versamento immediato di questa tassazione – di accantonare un importo pari ad almeno due volte e mezzo l’ammontare della tassazione in una riserva non distribuibile”, ha precisato la premier.
“Questo comporta – ha spiegato Meloni – che aumentando le riserve aumenterà anche il credito che verrà erogato ai cittadini. Quindi, nel caso in cui si optasse per l’accantonamento, questo comporterebbe un aumento del credito che verrebbe erogato”.
E questo, ha sottolineato Meloni, “comporta anche che nel medio periodo molte banche alla fine pagheranno più tasse di quelle previste con la tassazione sugli extraprofitti: per lo Stato è un’operazione win-win“.