Le possibili evoluzioni politiche dell’emergenza Coronavirus: tre scenari

0

di Lorenzo Castellani

ROMA (Public Policy) – L’emergenza per il coronavirus è entrata nella sua fase più profonda. I provvedimenti radicali assunti dal Governo questa settimana avranno delle inevitabili ripercussioni politiche ed economiche. L’estensione delle limitazioni a tutta l’Italia colpirà numerosi settori industriali e commerciali e infliggerà il colpo decisivo a favore della recessione economica. Inoltre, i rischi politici non sono finiti nemmeno di fronte a questa nuova stretta dell’Esecutivo. Al momento, infatti, non è ancora possibile valutare gli effetti delle misure assunte dal Governo e non è escludibile un ulteriore passo nel rafforzamento delle limitazioni alla mobilità e alle attività lavorative. In altre parole, non sappiamo ancora se il piano per contrastare l’epidemia è al massimo della sua severità o meno. Ciò apre una serie di possibili scenari sul futuro politico del Governo. Un Esecutivo che partiva già da una condizione di debolezza per l’elevata conflittualità interna e per il modesto sostegno popolare di cui godono i partiti della maggioranza. Vediamo quali sono le possibili evoluzioni in campo:

A) Il Governo Conte sopravvive e la legislatura prosegue con l’attuale maggioranza. Ciò appare tanto più possibile quanto si verifichino due condizioni: l’escalation dell’epidemia si attenua rapidamente e l’Unione europea sostiene sul piano monetario e fiscale gli sforzi di queste settimane. Se queste ultime misure di contenimento avranno successo, la Bce fornirà ossigeno al sistema creditizio e le regole europee sul deficit saranno pragmaticamente piegate di fronte all’emergenza è possibile che il governo possa superare i prossimi mesi. In mancanza di ulteriori dati, ad oggi questo sembra lo scenario più probabile, seppure è anche il più ottimistico sia per l’Italia che per il suo Governo.

B) La crisi epidemica si aggrava ulteriormente e si aprono gli spazi per un Governo d’emergenza. In questo caso ciò potrebbe avvenire solamente con una convergenza di tutte le forze politiche: ci troveremmo di fronte ad una formula che si è avuta in passato per affrontare le guerre (es. il Governo Churchill nel Regno Unito durante la Seconda guerra mondiale), l’extrema ratio per affrontare una crisi grave e prolungata. In questo caso, si avrebbe la necessità di un premier nuovo, magari esperto nella gestione delle emergenze, contornato da ministri d’area con elevato profilo tecnico o credibilità politica. Sarebbe chiaramente un Esecutivo temporaneo, volto ad affrontare l’emergenza del coronavirus e a varare la prossima legge di Bilancio. Il ritorno alla normalità potrebbe avvenire solamente attraverso elezioni, che si terrebbero verosimilmente ad inizio 2021. Realizzare questo tipo di manovra politica, mettendo tutti d’accordo per diversi mesi, appare molto difficile, specie per un paese che tende a frazionarsi come l’Italia. Ciò implicherebbe un forte intervento tutelare da parte del Quirinale, di fronte ad un quadro sanitario ed economico quasi apocalittico. Il programma di un tale Esecutivo sarebbe legato esclusivamente al superamento della crisi. Ad oggi, appare uno scenario di difficile realizzazione, ma che non può essere escluso per la gravità e l’imprevedibilità del fenomeno epidemico che abbiamo di fronte.

C) Lento e progressivo deterioramento della maggioranza di Governo. Questo terzo scenario potrebbe accadere nel caso in cui il Paese riesca ad uscire dal picco epidemico nelle prossime settimane, ma scarseggiassero le risorse economiche per affrontare la fase post-crisi. Se i cordoni della borsa non si allentassero abbastanza, Conte pagherebbe probabilmente il conto lasciato dal coronavirus. Come potrebbe affrontare una nuova recessione un Esecutivo con basi già così fragili prima dell’emergenza? Già governare in uno scenario di bassa crescita risultava complesso e con potenziali incidenti di palazzo ad ogni provvedimento dell’Esecutivo, figurarsi in una situazione di conclamata crisi economica e dopo un’emergenza sanitaria di tali proporzioni. Implicherebbe un’assunzione di responsabilità, e molto probabilmente d’impopolarità, insostenibile per questa maggioranza. Verosimilmente, nel giro di pochi mesi la maggioranza si sgretolerebbe, poiché basterebbe l’uscita di un partito o gruppo di deputati a mettere in discussione le basi del Governo. A quel punto tutti gli scenari sarebbero aperti, anche a seconda del calendario (ad esempio, dallo svolgimento e dall’esito del rinviato referendum sul taglio dei parlamentari e del prossimo voto regionale): da un ritorno immediato alle urne ad un Governo di transizione di pochi mesi verso le elezioni fino alla sostituzione dei fuoriusciti dalla maggioranza con gruppi di responsabili. E’ lo scenario più difficile da analizzare, ma anche il più probabile tra quelli meno ottimistici. (Public Policy) 

@LorenzoCast89