di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – La legge di Bilancio prevede un rinvio di un anno dell’applicazione dell’Iri, ovvero l’imposta sul reddito imprenditoriale. È quanto si evince dalle tabelle allegate al Draft budgetary plan – Dbp (o Documento programmatico di bilancio – Dpb) approvato dal Consiglio dei ministri e inviato a Bruxelles.
“Il trattamento fiscale delle imprese – si legge – è stato armonizzato al livello delle società di capitali (24%), indipendentemente dalla forma organizzativa dell’impresa, con la scorsa legge di Bilancio, tramite la disciplina dell’imposta sul reddito imprenditoriale (Iri). Si tratta di un regime impositivo opzionale, finalizzato anche a favorire la capitalizzazione delle Pmi, laddove separa, ai fini impositivi, il reddito derivante dall’impresa dagli altri redditi percepiti dall’imprenditore, assoggettati all’ordinaria Irpef in misura progressiva. La sua applicazione è rinviata di un anno“.
Gli effetti finanziari di questo rinvio, si legge, sono pari allo 0,112% del Pil nel 2018, quindi circa 2 miliardi di euro di entrate in più nel 2018 che il Governo ricava dal rinvio dell’entrata in vigore di questa flat tax sulle imprese. I 2 miliardi sono parte di quei 5 ulteriori miliardi necessari al Governo (al netto del maggior deficit) per coprire lo sblocco delle clausole di salvaguardia Iva. (Public Policy)
@VioC