ROMA (Public Policy) – “Sulla richiesta di riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, la posizione dell’Italia è coerente con quella comune dell’Unione europea. Essa riconosce l’aspirazione di entrambe le parti ad avere la propria capitale a Gerusalemme, in linea con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Le risoluzioni numero 242 e 2334 sanciscono l’inaccettabilità di qualsiasi modifica unilaterale alle linee di demarcazione dopo il 4 giugno 1967. Per questo, l’Italia non riconosce l’annessione ad Israele di Gerusalemme Est, né riconosce Gerusalemme come capitale di Israele. La posizione italiana è stata ribadita, da ultimo, dal presidente del Consiglio Meloni nell’incontro a Roma con il primo ministro di Israele Netanyahu il 10 marzo scorso”.
Lo ha detto il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli (FdI), rispondendo la scorsa settimana in commissione Esteri alla Camera a un’interrogazione a firma Laura Boldrini (Pd).
“Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Tajani ha trasmesso lo stesso messaggio nel corso degli incontri istituzionali avuti durante la sua visita in Israele dal 12 al 14 marzo scorso. L’Italia – ha sottolineato Cirielli – vuole essere il migliore amico di Israele in Europa, ma con l’Europa vogliamo lavorare per una pace secondo la formula ‘due popoli, due Stati’. E nel quadro di questa formula, andrà considerato anche il tema della capitale di Israele”.
“L’Italia intende contribuire al rilancio del processo di pace. Il Governo ha rivolto – e continuerà a rivolgere – l’appello a entrambe le parti a evitare ogni azione che possa ulteriormente deteriorare le condizioni essenziali per la realizzazione di una soluzione a due Stati. L’invito a tenere una linea di moderazione è funzionale all’obiettivo di rilanciare il dialogo politico e riportare le parti al tavolo negoziale. L’Italia ha ribadito il proprio impegno a favorire ogni processo politico tra Israele e Autorità palestinese, per riprendere un sentiero di dialogo e fiducia reciproca”.