ROMA (Public Policy) – “Ci rendiamo conto di aver prodotto una riduzione importante, quanto inevitabile, delle attività che allo stato attuale producono un aumento dei costi complessivi del decommissioning“. A dirlo è stato Giuseppe Zollino, presidente di Sogin, nel corso di una audizione davanti la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti. Sogin è la società pubblica per lo smantellamento delle centrali nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi.
Poco prima Zollino aveva ricordato la riprogrammazione del piano quadriennale, avvenuta due volte nel giro di otto mesi, che ha portato a 250 milioni di tagli complessivi per le attività svolte da Sogin. Per il presidente “è chiaro che se c’è un ritardo i costi di manutenzione per mantenere aperti quei siti aumentano”. Sogin è finanziata con la componente A2 della bolletta.
“Se voi mi chiedete se in futuro potranno esserci ulteriori ritardi – ha proseguito Zollino – non posso escluderli nei prossimi quattro anni. Non sono preoccupato per la capacità di Sogin di intervenire e risolvere i problemi, penso che con grande tenacia si possa rispettare una pianificazione ragionevole con i tempi che ci eravamo dati”, ha concluso Zollino spiegando che finora i ritardi maggiori riguardano le attività di progettazione esecutiva. (Public Policy) NAF