(Public Policy) – Roma, 14 nov – “La normativa nazionale in materia di Ogm è garantita da un apparato sanzionatorio previsto dal decreto 224 del 2003 e 70 del 2005“. Per il caso di Pordenone, dove in alcuni territori della provincia è stato seminato del mais Ogm MON810, “potrebbero applicarsi le sanzioni previste dal decreto del 2005, con particolare riferimento ai casi di cui l’autorizzazione venga rifiutata, revocata o sospesa”. Il decreto interministeriale del 12 luglio scorso, che ha bloccato temporaneamente la coltivazione in Italia di Ogm, “potrebbe assumersi come un provvedimento di sostanziale sospensione dell’autorizzazione comunitaria“.
È questa la risposta del sottosegretario al ministero dell’Ambiente Marco Flavio Cirillo a una interrogazione presentata a prima firma dalla deputata Sel Serena Pellegrino in commissione Ambiente. “Lo scorso giugno – si legge nell’interrogazione Sel – in alcuni comuni della provincia di Pordenone è stato seminato del mais utilizzando sementi geneticamente modificate del tipo MON810, in assenza del provvedimento autorizzativo”, prescritto dal decreto 212 del 2001 (per la commercializzazione dei prodotti sementieri).
Quest’ultimo, infatti, stabilisce che la coltivazione di Ogm in Italia è soggetta ad un’apposita autorizzazione del ministero delle Politiche agricole. Sull’autorizzazione però si è opposta la Corte di giustizia europea, che in una sentenza del 6 settembre 2012 ha stabilito che essendo la coltivazione di sementi Ogm già stata autorizzata dall’Unione europea, i singoli Paesi membri – ha ricordato Cirillo – “non possono opporsi in via generale alla coltura Ogm”.
Allo stesso tempo però – ha continuato il sottosegretario – “la commissione Ue con una raccomandazione del 2010 permette agli Stati membri di vagliare la possibilità di escludere la coltivazione Ogm nelle zone in cui non è possibile raggiungere un livello sufficiente di purezza con altri mezzi”. Inoltre, la Corte – sempre nella stessa sentenza – prevede “per i Paesi membri la facoltà di adottare misure di ‘coesistenza’ (con le altre colture; Ndr) imponendo un divieto o una limitazione alla coltivazione di varietà sementiere geneticamente modificate”.
Per questo il 12 agosto 2013 è stato varato un decreto interministeriale che vieta per 18 mesi la coltivazione di Ogm sul territorio italiano. Il divieto temporaneo è stato introdotto – ha precisato Cirillo – “fino all’adozione delle misure previste nella direttiva Ue del 2002“, che permette le coltivazioni Ogm. Il decreto interministeriale – ha concluso Cirillo – “si configura come un provvedimento di sostanziale sospensione dell’autorizzazione comunitaria del MON810“. (Public Policy)
SOR