(Public Policy) – Roma, 9 gen – (di Laura Preite) È
soddisfatta naturalmente per la sua candidatura a capolista
in Veneto per il Senato, Laura Puppato, capogruppo Pd in
Regione Veneto.
Dopo le primarie per la premiership in cui si è collocata
quarta, ora l’aspetta l’avventura di una campagna elettorale
per aggiudicarsi una delle regioni chiave al Senato, il
Veneto. Anche se la sua campagna elettorale “non è mai
finita”, da quel settembre in cui decise di candidarsi per
guidare il Pd e il Paese, e ancora prima. Di ritorno nella
sua regione, dopo la direzione nazionale di ieri sera del
partito che ha ufficializzato le liste per Camera e Senato,
l’abbiamo raggiunta telefonicamente.
D. COSA FARÀ IN QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE PER TRAINARE UNA
REGIONE CHIAVE PER GLI EQUILIBRI POLITICI FUTURI COME IL
VENETO?
R. Qui abbiamo un territorio che oggi si sente disilluso,
ha ritenuto la qualità dei politici poco importante
sentendosi sufficientemente garantito da un sistema politico
e di governo conservatore, orientato a destra dal punto di
vista ideologico. Per molto tempo si è creduto che questo
potesse bastare puntando tutto sul self-made man, sulla
capacità individuale di fare impresa ma poi ci si è
ritrovati tutti impoveriti e fragili. Quasi vasi di coccio
in un mondo globalizzato.
Oggi la partita è apertissima, sono cadute le certezze e si
reputa necessario un forte cambiamento. Si è compreso,come
mai prima, che i fondamentali sono nella partecipazione, in
una politica molto più pregnante, ma intesa come capacità di
fornire servizio, non solo servizi, di trasmettere serietà,
sobrietà e capacità.
D. COME MANTERRÀ IL COLLEGAMENTO CON IL SUO TERRITORIO UNA
VOLTA A ROMA?
R. Sono pronta ad un cambiamento autentico, sulla base di
un patto di reciproca verifica. Qui non c’è qualcuno che,
solo al comando, può promettere in campagna elettorale e poi
tornare solo alla sagre e alle feste. Qui c’è qualcuno che è
delegato e che si sottoporrà a una verifica sistemica. Noi
diventiamo strumento nelle mani di cittadini ed imprese.
In questo mese e mezzo lavorerò ascoltando, si impara molto
con l’ascolto. Ho scoperto in questi tre anni da capogruppo
in Regione come confrontarmi. La gente si stupiva che
rispondessi alle mail personalmente. Io dico che il rapporto
diretto con i cittadini è un valore, la comunicazione deve
essere bipolare, tra politico e cittadino, così c’è
un’interlocuzione e non si creano dubbi rispetto alla tua
azione. Ogni sei mesi propongo una verifica sui temi e le
proposte.
D. E ALLORA QUALI SONO I SUOI OBIETTIVI DI PROGRAMMA?
R. Non mi piace lavorare sulla scorta di proposte
generiche, il nostro progetto politico ha degli obiettivi
chiari: l’autentica tutela della famiglia e dell’impresa e
per fare questo bisogna mettere a punto la macchina dello
Stato. Bisogna inserire le politiche ambientali in tutto il
tessuto economico e di sviluppo, la mobilità deve essere
sostenibile e deve esserci il trasferimento del 30% del
traffico merci su ferrovia o acqua.
Puntiamo su innovazione e fonti di energia rinnovabili, la
parte relativa alla green e blue economy del mio programma
per le primarie è pienamente assorbibile nel programma del
partito per dichiarazione dello stesso segretario Bersani.
Poi c’è il settore dei beni culturali e lì c’è un lavoro
immenso da fare per produrre occupazione.
Un altro importante obiettivo è la trasparenza della
pubblica amministrazione, il colloquio via web deve
diventare la regola mentre oggi vale solo per il 20% delle
comunicazioni, ed è una delle ragioni della corruzione che
trova terreno fertile lì dove l’azione pubblica è
soggettiva. Per le imprese e per i cittadini la Pa dovrà
rispondere in trenta giorni massimo e nei processi civili
dobbiamo garantire che in cinque anni i tempi del giudizio
di primo e secondo grado si abbassino a 180 giorni.
Dobbiamo intervenire sulle politiche familiari, abbiamo un
Paese di profonda disuguaglianza sociale, in 5 anni con il
governo Berlusconi è raddoppiata la quota di famiglie che
ieri appartenevano al ceto medio e oggi sono in grave
difficoltà.
D. RAZIONALIZZARE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE COMPORTERÀ
ANCHE RIDUZIONI D’ORGANICO?
R. Spostiamo il problema che non sono le persone, ma che
cosa facciamo loro fare. Tutta la parte relativa ai
controlli preventivi deve essere sostituita da controlli a
posteriori, si parte dal presupposto della buona fede con
cittadino e imprese, e si verifica a campione se è stato
rispettato il patto con la pubblica amministrazione.
Più servizi diretti ai cittadini e meno dannosa burocrazia. Le
violazioni di questo patto di onestà e correttezza reciproca
devono essere perseguite in maniera seria.
Ci sono tante persone nel pubblico ben preparate che vanno
guidate anche con l’esempio. “Il pesce puzza sempre dalla
testa”, il legislatore da una parte e in qualche caso il
dirigente pubblico dall’altra finora hanno avuto convenienza
affinché i controlli a posteriori non avvenissero.
D. IL CENTROSINISTRA HA DELLE RESPONSABILITÀ IN MERITO ALLA
SITUAZIONE ATTUALE?
R. Il Pd non sono i Ds e non è la Margherita. Sono stata
costituente del Pd, mi sento di appartenere a un partito con
una storia dal punto di vista ideale che condivido alle
spalle, ma con un approccio al sistema di cittadinanza,
diritti civili che è assolutamente diverso rispetto a
qualunque partito, a tutto quello che c’è stato prima del
Pd. Ci chiamiamo Partito democratico e nel suo nome c’è il
significato profondo della nostra azione.
D. CHE COSA NE PENSA DELLE POLEMICHE SULLA COMPOSIZIONE
DELLE LISTE?
R. Non entro nel merito delle scelte. C’è stata
l'”uccisione del maiale” per dirla con le parole di Bersani,
grazie alle primarie. La quota del segretario nelle liste
dal 10% salirà a un quarto degli eletti, al 25%che non si
sono fatti indicare dalla popolazione. Se non strabordiamo e
diamo valore all’indicazione popolare in misura
maggioritaria ci può stare una quota riservata.
Io stessa ho espresso l’opportunità di un ripescamento e di
un collocamento più alto in lista per esempio per Marco
Stradiotto che si è occupato di enti locali, patti di
stabilità. Si è sempre speso a rappresentare il federalismo
vero ma avendo lavorato poco a Roma non ha avuto
sufficiente visibilità. Spero che Bersani mi ascolti.
C’è sempre stata una quota di indicazione del segretario,
anche quando c’era il Mattarellum (la vecchia legge
elettorale; Ndr), non mi va bene il massimalismo. Comunque
noi cambieremo la legge elettorale appena andremo al
governo.
D. NON TEME CHE I CITTADINI NON CAPISCANO LA SCELTA DI
RISERVARE ALCUNE CANDIDATURE A NOMINATI DALL’ALTO?
R. La candidatura è il modo per riconoscere il lavoro
fatto. Se lavoriamo su parametri che vengono motivati e
sono positivi penso che non ci siano obiezioni a una quota
di correttivo. Non diventiamo più realisti del re. Siamo
l’unico partito ad aver aperto con le primarie le
candidature al Parlamento, questo mi pare che sia un valore
enorme.
D.SE LE AFFIDASSERO UN RUOLO NEL PROSSIMO GOVERNO LO
ACCETTEREBBE E QUALE?
R. Credo che chi si candida a cambiare l’Italia non possa
che accettare un incarico per risolvere i problemi. In che
settore non spetta a me deciderlo, i temi di cui mi occupo e
di cui ho competenza sono lì a dimostrare come si può
attuare il cambiamento. (Public Policy)
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