ROMA (Public Policy) – Dalla previsione di criteri e modalità di affidamento che rispettino i principi di concorrenza, qualità paesaggistica e sostenibilità ambientale a quelli su valorizzazione delle peculiarità territoriali, libertà di stabilimento, garanzia dello sviluppo e della valorizzazione delle attività imprenditoriali, attraverso procedure selettive che “assicurino garanzie di imparzialità e trasparenza”, prevedano “un’adeguata pubblicità” e “tengano conto della professionalità acquisita”.
Stabilendo, anche, limiti minimi e massimi di durata delle concessioni entro cui “le Regioni fissano la durata”, per assicurare “un uso rispondente all’interesse pubblico” (e prevedendo anche che esse possano “disporre che un operatore economico può essere titolare di un numero massimo”).
Sono questi i principali criteri direttivi e principi previsti in uno dei ddl (quello firmato dal ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa) sul regime delle concessioni marittime, lacuali e fluaviali ad uso turistico che hanno iniziato la scorsa settimana il proprio iter parlamentare nelle commissioni riunite Finanze e Attività produttive a Montecitorio.
continua –in abbonamento
IAC