Province, verso accordo su ddl. Pronto emendamento su commissariamenti e Comuni

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ROMA (Public Policy) – Accordo sempre più vicino tra maggioranza e opposizione, in particolare con Forza Italia e Lega, che sarebbero pronte a far cessare l’ostruzionismo sul disegno di legge Delrio sul superamento delle Province, attualmente fermo in commissione Affari costituzionali del Senato a causa dei circa 3mila emendamenti presentati soprattutto da FI e Lega.

La sintesi dell’accordo, fanno sapere fonti di governo e interne la I commissione di Palazzo Madama, si troverebbe tutta in un emendamento che proroga le Province già commissariate fino al 31 dicembre 2014; commissaria i consigli provinciali in scadenza nominando commissario lo stesso presidente della Provincia (prorogando di fatto le Province esistenti sempre fino alla fine di quest’anno); aumenta il numero dei consiglieri dei Comuni fino a 10mila abitanti; dà la possibilità di un terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 3mila abitanti; fa entrare a regime le altre norme contenute nel ddl Delrio il 1 gennaio 2015. Anche ieri sera l’accordo sembrava a un passo dunque tutte le parti al tavolo delle trattative ci tengono a mostrare cautela, anche se il relatore al provvedimento, Francesco Russo del Pd, dice di essere “mediamente ottimista”.

Tuttavia una fonte di governo fa notare come “Forza Italia e Lega continuino ad alzare l’asticella delle richieste”. L’ultima richiesta messa sul tavolo delle trattative è infatti l’elezione diretta del presidente della Città metropolitana, che secondo il testo attuale sarebbe di diritto il sindaco della Comune capoluogo con la possibilità di prevedere l’elezione diretta con un procedimento di revisione dello statuto.

“Non possiammo accettare – spiega Pierantonio Zanettin, senatore di Forza Italia in commissione Affari costituzionali – che con un colpo di mano il centrosinistra si prenda la presidenza delle Città metropolitane visto che, tendenzialmente, i sindaci delle grandi città sono quasi sempre di centrosinistra”. Accordo o no la maggioranza, fa sapere ancora la fonte di governo, sembra intenzionata a far arrivate il provvedimento in Aula martedi alle 15 per chiudere con il voto finale mercoledì alle 18. Nel pomeriggio è prevista la seduta in commissione Affari costituzionali. (Public Policy)

NAF