RAPPORTO CARITAS, DAL 2007 AL 2011 SPESE MILITARI AUMENTATE DEL 26%

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(Public Policy) – Roma, 15 nov – La spesa militare aggregata
a livello globale ha subito un incremento di circa il 26%
dal 2007 al 2011, raggiungendo i 1.630 miliardi di dollari.
Gli Stati Uniti rappresentano l’attore principale nel
determinare questo trend di crescita.

Sono i dati pubblicati dal rapporto “Mercati di guerra”
realizzato da Caritas italiana, Famiglia Cristiana e la
rivista Il Regno. Il rapporto è la quarta tappa di un
percorso di ricerca sui conflitti dimenticati nel mondo
avviato nel 2001. Quest’ultima pubblicazione si concentra
sul ruolo centrale che assume la dimensione
economico-finanziaria nel generale situazioni di tensione
politica e di conflittualità armata e gli aspetti legati
alla diffusione delle notizie dei conflitti esistenti.

Dal 2010 al 2011 il numero totale di conflitti nel mondo è
passato da 370 a 388 e nonostante la crisi
economico-finanziaria si registra un aumento della spesa
militare in Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Le
spese militari italiane nel 2011 sono state le più basse
degli ultimi 10 anni, raggiungendo comunque quasi i 25
milioni di euro. Più dell’1,5% del Prodotto interno lordo.
Secondo il rapporto, nel mondo sono 145 le nazioni che
devono condividere le proprie risorse idriche con altri
Paesi, utilizzando bacini idrici internazionali (263 in
tutto il mondo). Negli ultimi cinquant’anni, la condivisione
forzata dei bacini ha prodotto 37 conflitti.

LA GUERRA IN ONDA
Nella programmazione radio-televisiva nazionale il rapporto
evidenzia un gap informativo a scapito dei conflitti
dimenticati. Il monitoraggio è stato condotto dal primo
gennaio 2008 al 31 dicembre 2011, in riferimento a cinque
conflitti scelti come caso di studio: le guerre “note”,
Afghanistan e Libia, e i “conflitti dimenticati” di
Colombia, Filippine e Somalia.
Sono stati rilevati in totale quasi 16 mila servizi per la
Libia, 13 mila per l’Afghanistan, poco più di 2 mila per la
Somalia, mille per la Colombia e meno di 750 per le
Filippine. Le due guerre “note”, Libia e Afghanistan,
coprono l’87.9% di tutti i programmi rilevati nel corso del
monitoraggio.

Rispetto alle precedenti edizioni, il rapporto mette in
evidenza un aumento di conoscenza dei conflitti tra la
popolazione italiana. Il 12% degli italiani non è in grado
di indicare alcun conflitto armato degli ultimi anni (erano
il 20% nel 2008). I meno informati sono gli anziani, con il
14,5%. Nel ricordo degli italiani prevalgono le zone di
guerra che hanno interessato anche i Paesi occidentali: Iraq
e Afghanistan rispettivamente al 46% e 37%, i nuovi
conflitti della Primavera araba, con la Libia al 37% e la
Siria al 10%.

Il 50% degli italiani apprende dalla televisione le notizie
sulle guerre nel mondo. La radio è al 29%, preceduta dai
quotidiani (69%), e dalla stampa periodica (33%). Rispetto
al sondaggio del 2001 è aumentato l’uso di internet come
fonte per le notizie di guerra, arrivando al 15%. (Public
Policy)

SOR