di Tommaso Lecca
BRUXELLES (Policy Europe / Public Policy) – Velocità e condizionalità. Il dibattito intergovernativo a Bruxelles sulla ricetta economica Ue per uscire dalla recessione, certificata martedì mattina dalle previsioni estive della Commissione, entra nel vivo all’insegna dei temi più cari alle due parti in causa.
Da una parte i Paesi più colpiti dalla crisi – soprattutto Italia, Francia e Spagna – che chiedono il via libera più rapido possibile al Recovery Fund proposto dall’esecutivo europeo, in modo che i soldi promessi (soprattutto i 500 miliardi di sussidi) inizino ad arrivare nelle casse statali al più presto, ovvero dalla primavera del 2021.
Dall’altra parte ci sono gli ormai famosi ‘frugali’ – Olanda, Austria, Svezia e Danimarca – che anche nello scambio di ieri durante la riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti – a quanto apprende Policy Europe – avrebbero rimesso l’accento sulle condizionalità che dovrebbero accettare i Paesi membri per ottenere i fondi. Un richiamo alle impopolari riforme strutturali ‘suggerite’ da Bruxelles.
In discussione sarebbe ancora oggi la stessa architettura del fondo composto da 250 miliardi di prestiti – da iniziare a rendere entro il 2027 – e 500 miliardi di sussidi a fondo perduto. Fosse per i frugali, afferma una fonte ben informata sul dibattito in corso, l’intero piano di ripresa sarebbe fatto di soli prestiti. Quanto alla velocità richiesta dai Paesi dell’Europa mediterranea, la risposta di olandesi e austriaci sarebbe stata: se avete fretta c’è già il Mes.
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@tommylecca