di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Per quanto ci piaccia far finta di interessarci anche di cose esotiche, come i rapporti Usa-Europa, la guerra in Ucraina, gli attacchi israeliani a Gaza e in Cisgiordania, financo la ripresa delle ostilità tra Cambogia e Thailandia e le morti in Sudan, noi italiani abbiamo sempre e comunque qualcos’altro a cui pensare, qualcosa di tutto nostro da mostrare al mondo per girare a testa alta ovunque. Quel qualcosa, molto spesso, è masticabile e digeribile, insomma è commestibile.
Come sicuramente tutti sapete, la cucina italiana è stata riconosciuta patrimonio mondiale dell’Unesco. Avrete sicuramente visto il video postato dalla Meloni o quello di Tajani, la sua fierezza italica mentre mescola riso dentro un mega pentolone, durante la visita in India.
Siccome qui ci occupiamo prevalentemente di Parlamento, vogliamo riportare le parole in aula alla Camera di Aldo Mattia (Fratelli d’Italia). Parole edibili? Chissà.
“L’Italia è un Paese di santi, poeti e navigatori, ma anche di artisti della cucina, non cuochi, artisti perché la cucina italiana è arte, è cultura. Dalla Grecia ricordiamo che Sibari ebbe il merito di proteggere, con le privative intellettuali, la prima ricetta di cucina. Il nostro Paese, l’Italia, nel tempo, con sapienza, ha saputo fare della propria cucina una vera opera d’arte. Presidente, colleghi, siamo il Paese al mondo con più indicazioni geografiche: più DOP, DOC, DOCG e chi più ne ha più ne metta. Dalle Alpi ai Nebrodi, dal Tirreno all’Adriatico, ogni singolo paesino o centro urbano ha il suo modo di preparare piatti unici espressione di qualità, arte e soprattutto di storia e di cultura. Oggi, grazie al Governo Meloni e al costante e professionale lavoro del nostro ministro Lollobrigida, cui va il plauso di tutto il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia, abbiamo ottenuto il riconoscimento della cucina italiana patrimonio immateriale dell’UNESCO, che non è una cornice di un bel quadro, ma è un vero valore aggiunto sia all’immagine dell’Italia ma anche al reddito delle imprese agricole e agroalimentari. Grazie, ministro, un altro successo del tuo ottimo e meraviglioso lavoro”.
Gnam! (Public Policy)
(foto cc Palazzo Chigi)





