di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Ora, io non so se il Governo Meloni stia realmente trasformando l’Italia in uno Stato di polizia o stia davvero dando la possibilità ai Servizi segreti di organizzare colpi di Stato. Tenderei per il sì, ma ognuno ha la possibilità di farsi un’idea leggendo il dossier parlamentare (o la scheda preparata da Public Policy, per chi fosse abbonato) sul decreto appena approvato.
La cosa che più mi preoccupa, è che ad approvare senza alzar ciglio questo e altri provvedimenti siano Loro.
Michaela Biancofiore (Nm): Guardate, colleghi, che bombe molotov, bastoni, spranghe e spaccate non sono affatto dissenso, né tantomeno libera manifestazione del pensiero. Altro che paladini! Gli italiani, non noi, li chiamano con il proprio nome: li chiamano delinquenti!
Alberto Balboni (FdI, rivolto alle opposizioni)*: Capisco che preferiate stare dalla parte della criminalità organizzata anziché della povera gente.
Gianni Berrino (FdI): È inutile dire che questo decreto è inumano. Perché? Le donne che fanno figli per poter rubare non sono degne di farli. E i bambini vanno in carcere dopo il giudizio e la valutazione di un giudice. I giudici reputeranno se un bambino forse sta più sicuro in carcere che a casa con i genitori che li concepiscono per andare a delinquere.
Nicoletta Spelgatti (Lega): In un Parlamento che funzioni, opposizione e maggioranza dovrebbero ascoltarsi reciprocamente. Penso a un Parlamento in cui ci sia un ascolto reciproco, in cui si esprimano i concetti in poco tempo – questa è la mia visione – dove non ci siano le telecamere, altrimenti diventa un teatro, dove non ci siano giornalisti che poi debbano riportare tutto all’esterno. (Public Policy)
(foto cc Palazzo Chigi)
*successivamente ha precisato: “Era un’iperbole”.