di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Aula del Senato, 10 giugno 2025. Intervento di Peppe De Cristofaro, capogruppo dell’Alleanza Verdi Sinistra.
“Signor presidente, mi chiedevo se lei fosse a conoscenza del principio definito ‘della rana bollita’. Lei magari lo conosce, ma forse i colleghi no e quindi lo spiego: si tratta di un principio molto semplice – attribuito a Chomsky, ma non è detto che sia effettivamente colui che lo ha immaginato per primo – secondo il quale se una rana viene messa in un pentolone riempito di acqua bollente, non appena tocca l’acqua giustamente scappa via dal pentolone, perché l’acqua è bollente; se invece quella stessa rana viene messa in un pentolone con l’acqua fredda, ma l’acqua piano piano viene riscaldata perché sotto si accende il fuoco, la rana non si accorgerà che l’acqua diventa bollente e, quindi, morirà bollita“.
“Ebbene, per la prima volta nel corso della nostra storia repubblicana, noi stiamo assistendo a un fatto che ci sembra normale esattamente perché siamo la rana bollita. Ci sembra normale parlarne in Aula come se fosse una materia che non bisogna nemmeno approfondire più di tanto. Ci sembra normale farlo con un certo disinteresse”.
“Noi stiamo assistendo al fatto che, per la prima volta, una riforma costituzionale”, la separazione delle carriere, “arriva in Assemblea senza mandato al relatore, dopo che peraltro in commissione – anche in questo caso per la prima volta nella storia – è stato utilizzato lo strumento del canguro, che non è evidentemente soltanto un animale, ma indica anche una metafora. Forse il canguro sarà parente della rana ed entrambi saranno espressione della stessa filosofia, perché il canguro prepara la rana”. (Public Policy)
(foto cc Palazzo Chigi)