di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Non se la prenda Goffredo Fofi, e neppure Giorgia Meloni. Il primo per il fatto che anche i nostri parlamentari si avventurino nel campo della critica cinematografica, con discreti risultati; la seconda se aggiungiamo alla lista delle cose che urlando è (Giorgia, donna, madre, cristiana) anche ‘capitana’. Altra carica, tra l’altro, rubata all’amico Matteo Salvini, ormai a corto pure di soprannomi (non dispregiativi, sia chiaro).
Succede che in aula alla Camera si discute del protocollo sui migranti tra Italia e Albania (che a detta di qualcuno creerà la nostra Guantanamo) proprio nelle ore in cui arriva la notizia della nomination del film di Matteo Garrone, Io capitano, agli Oscar. Tralasciando lo scontato tweet del caro Gennaro Sangiuliano, che rivendica Gramsci figuriamoci – non ce ne voglia – Garrone, a colpirmi è stato l’intervento in aula alla Camera di Augusta Montaruli, fratellina da sempre e – scopro con piacere – fine critica cinematografica.
“Mi viene il dubbio che chi ha cercato di richiamare per la giacchetta (sic) questo film, forse, non l’abbia visto o, se l’ha visto, voglia strumentalizzarlo volutamente, il che sarebbe ancora più grave. Perché il film inizia con dei ragazzi che cercano di mettere da parte i soldi del proprio lavoro, in una situazione oggettiva di povertà, ma non di incombenza di pericolo per la propria vita, e una madre che dice loro che non devono partire, che annuncia tutti i mali di quel viaggio, che annuncia le morti che incontreranno, le torture che subiranno, il male che soffriranno. Ecco, forse, questa parte è stata completamente dimenticata da chi oggi richiama quel film. E lo dico perché esiste il diritto di migrare, ma in sicurezza, attraverso i canali legali dell’immigrazione, esiste il diritto di non partire, esiste il diritto di avere un futuro nella propria patria, esiste il diritto di crescere, di sognare e, ovviamente, di potersi spostare nella cornice delle regole”.
Have you understood, dear friends of the Academy? (Public Policy)
@VillaTelesio
(foto cc Palazzo Chigi)
