di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – È la domanda che si pone l’umanità – il singolo uomo, le singole donne – da sempre. Si direbbe quasi ‘la’ domanda ultima, definitiva, senza – alla fin fine – risposta: chi siamo?
È la domanda che si sono posti filosofi, letterati, uomini di scienza e di fede, uomini semplici e donne complesse, donne semplici e uomini complessi. Financo – ebbene sì, financo – sottosegretari del Governo 5 stelle-Lega. Vuol dire che la questione è seria.
In aula alla Camera, lunedì scorso, Luciano Barra Caracciolo (sottosegretario – forse – agli Affari europei): “Perdonate il mio ritardo, ma in realtà – è una questione preliminare, che mi tocca porre e che mi riguarda – poco prima di venire qui, gli uffici del segretario generale di Palazzo Chigi mi hanno comunicato che mi considerano senza delega e, di fatto, anche senza nomina, a seguito delle dimissioni di Savona (da ministro degli Affari Ue; Ndr), che, a mio parere, sono del tutto autonome dalla mia posizione. Per cui, io, finché non ho un chiarimento da parte degli uffici, perché sembrano aver deciso in questo senso, non ben chiaro per la verità, ho chiesto evidentemente di accertare questo aspetto preliminare, perché in tal caso non potrei essere il rappresentante del Governo, meno che mai sugli affari europei. Per cui, il mio ritardo è dovuto a questo, ma non posso fare a meno di esplicitarvi e di comunicarvi questa mia strana situazione“.
E uno qui si immagina – basta aver uno, due granelli di immaginazione – il dibattito scatenantesi in aula, dibattito che spazierebbe da Aristotele fino ad arrivare al volgare ma profondamente umano (et politico) “io so io e voi non siete un….”.
E invece, nulla accade. Veniamo spenti, nel nostro fantasticare, dal prosaico Ettore Rosato (divinità di turno, sullo scranno più alto): “Grazie, signor sottosegretario. Le do una buona notizia, e cioè il Governo ha delegato lei a seguire questo provvedimento, quindi evidentemente la considerano ancora in carica”. (Public Policy)
@VillaTelesio