Resocónto – Ma quanto vi piace mandare in galera la gente?

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di Gaetano Veninata

ROMA (Public Policy) – Chiuso (?) l’appassionante caso Gennaro-Maria Rosaria, almeno dal punto di vista del Governo, con la scelta di Giuli (senza San e senza Ano, solo Giuli: questa la dovevo a un amico), sono ripresi in maniera intensa e divertente i lavori parlamentari.

Al centro dei lavori d’aula il ddl Sicurezza (bambini in carcere, lotta dura contro le “occupazioni abusive”, lotta dura contro la cannabis light, eccetera eccetera). Con le opposizioni tornate in forma – no, non esageriamo, diciamo: tornate – dopo la pausa estiva.

Matteo Mauri (Pd): “Ma quanto vi piace mandare in galera la gente? Ma a voi quanto piace minacciare i ragazzi o i lavoratori che stanno perdendo il lavoro o chi prova a difendere l’ambiente? Ma quanto vi piace minacciare di mandarli in galera?”.

Gianni Cuperlo (Pd): “Qualche giorno fa, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una sede di partito, ha dichiarato testualmente: stiamo scrivendo la storia. Io direi che, più modestamente, voi state soltanto provando a riscriverla e, purtroppo, lo fate, ancora una volta, storpiandone il senso e, lasciatevelo dire, con una pessima calligrafia”.

Andrea Quartini (M5s): “Presidente, penso davvero che questo accanimento proibizionista abbia accecato la maggioranza, se procede nella direzione di questo articolo (sullo stop alla cannabis light; Ndr). Io direi che siamo di fronte al razzismo botanico, cioè io non vedo altri tipi di spiegazione, perché è totalmente irrazionale quello che state facendo. Vi voglio ricordare che, negli anni Trenta, l’Italia era al secondo posto nella produzione mondiale di canapa! Quando c’era ‘lui’, era al secondo posto nella produzione mondiale di canapa!”.

Rachele Scarpa (Pd): “La cannabis, quando è a basso contenuto di THC, di effetti psicotropi ne ha come il basilico. La noce moscata è più drogante della sostanza che state rendendo illegale in questo momento nel nostro Paese. Questo è il livello di ridicolo a cui state sottoponendo quest’aula, questo è il livello di umiliazione a cui sottoponete un Parlamento che in commissione si trova a dover votare cose del genere”.

Francesco Emilio Borrelli (Avs): “Tra tutti i soggetti per i quali avremmo potuto trasformare una sanzione amministrativa in un reato penale si è scelta la parte non criminale, e cioè i giovani; un po’ come si è fatto con i rave party: sono stati criminalizzati ragazzi che facevano delle feste, ed il risultato è stato – mi sembra – tre denunce in un anno e mezzo”. (Public Policy)

@VillaTelesio