di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – “Sembrano cronache degli anni ’70 e invece è successo proprio oggi […] Evidentemente c’è qualcuno che ancora crede che nutrire la pianta dell’odio ideologico sia un obiettivo da perseguire. Quel qualcuno non ha appreso la lezione degli anni di piombo”.
“Un gesto senza precedenti […] Un episodio indegno, incivile e inaccettabile”.
E che sarà mai successo per impressionare così due fratellini solitamente mansueti come Cinzia Pellegrino e Lucio Malan? Ce lo racconta il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Mi corre l’obbligo di segnalare un gesto non proprio ‘elegante’ – voglio essere molto light – avvenuto mentre salutavo gli studenti di una scuola di Roma. Da parte di uno di loro c’è stato un gesto – due dita e il pollice alzato puntati verso il presidente del Consiglio – immediatamente represso da una delle insegnanti, che mi piace qui segnalare, per condannarlo nella maniera più decisiva, anche se posto in essere da un ragazzino”.
Sarà, ma a me in realtà la prima immagine venuta in mente è stata questa. Anni, più che di piombo, di una sostanza più morbida.
Ma sorridiamo: oggi siamo nel 2024 e ci godiamo un bel presente, un Parlamento serio che tratta tematiche serie. Nella maniera più seria possibile.
Si parla di università, ad esempio, sempre con Malan: “Le università nate nel Medioevo, in un’epoca che viene citata come buia – e che, per certi versi, lo era certamente – godevano di una certa autonomia, sia pure con i limiti dell’epoca, e nelle università si dicevano cose che altrove non si potevano dire. Adesso sta diventando l’opposto“.
O di pace, con Roberto Menia (FdI): “La pace non si fa ipotizzando interventi militari per i pruriti muscolari di uno che, di solito, invero, si dimostra piuttosto femmineo. E capite di chi parlo. Lo sapevo che qualche anima candida si sarebbe sconvolta”.
Per fortuna c’è anche l’amore, tra quei banchi: “Signora presidente, non è la prima volta che intervengo in quest’aula, ma è la prima volta da questo scranno, che fu del mio grande amico e maestro, la persona che mi ha cambiato la vita, il presidente Silvio Berlusconi. Al suo fianco, ho condiviso per oltre quarant’anni, come noto e come lei sa, presidente, la vita, il lavoro e la grande passione non solo per il calcio, ma per tutto ciò che è sport. Ricordo che il presidente Berlusconi mi diceva che lo sport in generale e il calcio afferiscono alla sfera non del business, ma dei sentimenti, e assomigliano un po’ alla religione, con i suoi misteri dolorosi e gaudiosi“. Adriano Galliani, e chi sennò.
In fondo, so ragazzi. (Public Policy)
@VillaTelesio