di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – “Ieri è stata una brutta giornata”. Inizia così una nota riservata di Piercamillo Falasca, vicesegretario nazionale di Più Europa, che Public Policy è riuscita a leggere, dopo l’annuncio – a sorpresa – dell’accordo fra Italia viva (nella foto: Matteo Renzi) e il partito di Emma Bonino: “Dopo la direzione di Più Europa di lunedì scorso, durante la quale da più parti ci era stato chiesto di favorire un avvicinamento tra Calenda e il progetto della lista Stati Uniti d’Europa, avevamo convinto il segretario di Azione e il segretario di Più Europa a un incontro a due, che si sarebbe tenuto questa mattina”, scrive Falasca nel messaggio inviato ad alcuni attivisti.
“Nelle conversazioni preliminari avute con Calenda, era emerso nuovamente il ‘lodo Verhofstadt’ come base di partenza. Di questa disponibilità di Calenda, avevamo immediatamente informato Magi (che appunto aveva poi scritto a Calenda per incontrarsi) e poi Della Vedova. Quest’ultimo aveva immediatamente replicato che l’eventuale partecipazione di Azione non avrebbe potuto sconvolgere il tavolo già in corso con Italia Viva e le altre forze, una posizione di resistenza al tentativo di coinvolgere anche Azione che era già nei fatti emersa durante la direzione e che da giorni porta i dirigenti vicini a Della Vedova a parlare di ‘accordo già fatto’ e di candidature e capolisture già stabilite nelle varie circoscrizioni”.
Dettagli che peraltro emergono da giorni sulle fonti d’informazione, osserva Falasca, “oltre che da conversazioni informali con altri partecipanti al tavolo. Ieri ad esempio, ‘scopro’ dal rappresentante di un’altra forza seduta al tavolo dell’esistenza di un tavolo per il programma, ormai già avviato. Detto questo, proprio quando sembrava aperto un canale utile, c’è stata una improvvisa accelerazione di comunicazione. Sicuramente Renzi e probabilmente anche qualche fonte interna a +E hanno iniziato a dare per fatto l’accordo Renzi / Bonino, con un racconto che tende a escludere Azione e a sabotare ogni tentativo diverso di composizione. Un accordo che Più Europa non ha mai votato nei suoi organi e che non è stato oggetto di proposta congiunta tra segretario e presidente”.
Falasca sottolinea che, durante la direzione, “il segretario non aveva minimamente parlato di annunci che sarebbero usciti nella giornata di ieri. Anzi, la direzione aveva essenzialmente focalizzato l’attenzione sulla necessità di una composizione interna. Uno spirito che aveva appunto portato alla ripresa del dialogo con Azione, immediatamente sabotato da Renzi e dai renziani di complemento dentro Più Europa”.
@davidallegranti