Le novità sui tabacchi nell’ultimo dlgs Fisco (su dogane e accise)

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ROMA (Public Policy) – “Chiunque sottrae con qualsiasi mezzo e modalità all’accertamento o al pagamento dell’accisa i tabacchi lavorati è punito con la reclusione da due a cinque anni“. E il tentativo è punito con la stessa pena prevista per il reato consumato.

Lo prevede una bozza del dlgs Revisione della disciplina doganale e del sistema sanzionatorio in materia di accise e di altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi, approvato dal Cdm.

La bozza, presa in visione da Public Policy, prevede che quando le frodi hanno ad oggetto un quantitativo di tabacco lavorato fino a quindici chilogrammi convenzionali si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro di 5 euro per ogni grammo convenzionale di prodotto e comunque non inferiore a 5mila euro.

Se il quantitativo di tabacchi lavorati sottratto all’accertamento o al pagamento dell’accisa risulta: non superiore a 200 grammi convenzionali, la sanzione amministrativa è di 500 euro; superiore a 200 grammi convenzionali e fino a 400 grammi convenzionali, la sanzione amministrativa è di 1.000 euro.

La bozza prevede inoltre che qualora il quantitativo di tabacchi lavorati sottratti con qualsiasi mezzo e modalità all’accertamento o al pagamento dell’accisa non sia determinato, si applicherà la sanzione amministrativa da un minimo di 3.000 euro a un massimo di 30.000 euro, tenuto conto delle modalità della condotta e della gravità del fatto.

Le pene sono poi aumentate se i reati “sono commessi adoperando mezzi di trasporto appartenenti a persone estranee al reato, la pena è aumentata”.

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VIC