Resocónto – Quattro lezioni

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di Gaetano Veninata

ROMA (Public Policy) – Diciamolo: è stata una di quelle settimane in cui fare questo mestiere, seguire i lavori parlamentari, diventa un esercizio educativo, un po’ come tornare a scuola. Oltre a esser fieri dei nostri eletti in quanto abili legislatori, dovremmo infatti ringraziarli pure per le lezioni di stile e di linguaggio, per le vette che toccano, inimmaginabili. E senza distinzioni di ruolo, dalla ministra alla presidente del Senato, arrivando fino ai semplici, umili parlamentari.

Andiamo con ordine. La prima lezione è di fisica; e dobbiamo ringraziare, oltre alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, anche la Digos: “Nel dispositivo era prevista – ha detto in aula alla Camera la titolare del Viminale, parlando dei fatti di Roma – la presenza di agenti in borghese appartenenti alla Digos, con compiti di osservazione e monitoraggio e anche di mediazione con i manifestanti. Agli stessi compiti era addetto anche l’operatore di polizia, che, in abiti civili, compare in alcune immagini diffuse dai social, presente all’azione di alcuni esagitati che intendevano provocare il ribaltamento di un furgone della Polizia; in realtà, quell’operatore stava verificando anche la forza ondulatoria scaricata sul mezzo e che non riuscisse ad essere effettivamente concluso”.

La seconda lezione è goethiana. Mai sentito parlare della Teoria dei colori? Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, sì: “Una evocazione simbolica come l’assalto squadrista al sindacato – ha detto in aula – è una cosa simbolicamente oscena. Non è meno simbolicamente oscena quando i Black Bloc, gli anarco-insurrezionalisti, i no Tav, i centri sociali si scagliano contro le vetrine dei commercianti e rubano i loro prodotti? O magari quando i proprietari di automobili ritrovano distrutta la propria vettura, che magari hanno pagato facendo sacrifici a titolo personale e familiare; distrutta perché qualcuno sta affermando un principio. Come lo vogliamo chiamare questo principio: fascista, antifascista, fascista nero, fascista rosso, fascista verde fascista giallo?”.

La terza lezione riguarda il tempo: concetto complicato. Parole e musica della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che interrompendo il fratellino Massimo Ruspandini, gli spiega di aver “scampanellato prima proprio per avvertirla che il tempo stava scadendo. È una pratica che avete voluto voi contestando quando davo i tempi supplementari; certamente non l’ho voluta io, che non ho mai interrotto nessuno. C’è sempre stata la contestazione sui tempi: ‘ha dato un minuto in più all’altro’. Mi rifiuto di fare il presidente dell’orologio“.

La quarta e ultima lezione è di virologia. Ascoltiamo il professor Ignazio La Russa: “Signor presidente, volevo scusarmi per avere disturbato l’ordine dei lavori e per non essere potuto intervenire al momento in cui ero chiamato. (commenti di una senatrice). Come dice? La mascherina? Ce l’ho. Sei talmente lontana che è difficile che ti possa contagiare!” (Public Policy)

@VillaTelesio