di Fabio Napoli
BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – Con il respingimento a Strasburgo dell’obiezione all’atto delegato sulla tassonomia verde il Parlamento europeo ha aperto la strada affinché dal prossimo gennaio 2023 il gas e il nucleare siano considerate tecnologie verdi per la transizione ecologica.
L’atto delegato è stato approvato dalla Commissione Ue lo scorso febbraio, dopo una consultazione, durata circa due mesi, che aveva coinvolto anche gli Stati membri. Il documento è uno strumento finanziario e guiderà nel prossimo futuro gli investitori che vorranno investire in tecnologie ed energie considerate verdi. Dunque, come più volte evidenziato dalla Commissione europea, l’atto delegato non interviene direttamente sulle politiche energetiche dell’Ue e degli Stati membri, che potranno continuare a scegliere il loro mix energetico.
Gli atti delegati non possono essere modificati dal Parlamento Ue, che può solo decidere di approvarli e respingerli. In queste ultime settimane il tema aveva mobilitato non solo la politica ma anche diverse sigle ambientaliste, convinte che l’approvazione della tassonomia verde sul gas e il nucleare potesse portare a meno investimenti alle energie rinnovabili mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi climatici. A favore dell’obiezione, nell’emiciclo del Parlamento Ue, si erano dichiarati Verdi, Sinistra e S&D; contrari, insieme alle destre, il Ppe (che però aveva lasciato libertà di scelta) e Renew.
Ecco i dettagli della tassonomia verde pronta a entrare in vigore dal prossimo anno:
GAS
Per quanto riguarda il gas è stata inclusa nella tassonomia la generazione di elettricità, la cogenerazione e i distretti per il riscaldamento e il raffreddamento. Entro il 2035 quale il gas dovrà essere interamente decarbonizzato.
Le attività dovranno soddisfare una delle seguenti soglie di emissione: emissioni del ciclo di vita inferiori a 100 gCO2e/kWh; o fino al 2030 (data di approvazione del permesso di costruzione) laddove le rinnovabili non siano disponibili su scala sufficiente le emissioni dirette dovranno essere inferiori a 270gCO2e/kWh. Per l’attività di generazione elettrica, le loro emissioni dirette annue di gas climalteranti (GHG) non devranno superare una media di 550kgCO2e/ kW della capacità dell’impianto in 20 anni. In questo caso, l’attività deve soddisfare una serie di condizioni cumulative: come la sostituzione di un impianto che utilizza combustibili fossili solidi o liquidi, la garanzia del passaggio completo ai gas rinnovabili o a basse emissioni di carbonio entro il 2035 e una regolare verifica indipendente sul rispetto dei criteri.
NUCLEARE
Per quanto riguarda il nucleare, la tassonomia comprende la fase pre commerciale, la terza generazione, l’estensione della vita degli impianti esistenti. L’obbligo di uso di combustibili resistenti al calore in caso di incidenti resta al 2025. Previsto anche un pilastro riguardante la trasparenza, con diversi moduli che consentiranno alle imprese e agli investitori di rendere chiari i dati sull’uso della tassonomia e sugli investimenti.
I nuovi progetti di centrali nucleari per la produzione di energia, che utilizzeranno le migliori tecnologie esistenti disponibili (“Generazione III+”), saranno riconosciuti fino al 2045 (data di approvazione del permesso di costruzione). Le modifiche e gli ammodernamenti degli impianti nucleari esistenti ai fini del prolungamento della vita, saranno riconosciuti invece fino al 2040 (data di approvazione da parte dell’autorità competente).
@Naffete