ROMA (Public Policy) – Nel quadriennio 2017-2020 scadranno 130 concessioni per la ricerca e estrazione di idrocarburi per un controvalore di canoni pari a 230 milioni (ossia oltre l’80% dei canoni complessivi registrati per il 2015). A sottolinearlo è il Def, nel capitolo in cui si evidenzia la volontà del Governo di effettuare una revisione sistematica delle concessioni di beni rilasciate dalle Amministrazioni pubbliche.
Le concessioni sugli idrocarburi – rilasciate dal ministero dello Sviluppo economico – riguardano la prospezione, la ricerca, l’estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi liquidi (petrolio) e gassosi, in terraferma, nel mare e nella piattaforma continentale.
Nel 2015 erano attive 220 concessioni per l’estrazione e lo stoccaggio, da cui sono originate entrate per 275 milioni, derivanti dall’applicazione di un canone annuo e di una royalty. (Public Policy) RED