BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – Accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio Ue sulla proposta di direttiva anti greenwashing, volta a rafforzare i diritti dei consumatori modificando la direttiva sulle pratiche commerciali sleali e la direttiva sui diritti dei consumatori. L’obiettivo delle nuove norme è proteggere i consumatori da pratiche ingannevoli e aiutarli a fare scelte di acquisto migliori.
L’accordo provvisorio raggiunto mercoledì, che dovrà essere confermato dalla commissione parlamentare competente e dagli ambasciatori degli Stati membri nell’Ue, mantiene i principali obiettivi della direttiva – proposta dalla Commissione a marzo 2022 – ma introduce alcuni miglioramenti.
Nel dettaglio, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno concordato di vietare quanto segue: indicazioni ambientali generiche, ad esempio “rispettoso dell’ambiente”, “naturale”, “biodegradabile”, “neutro per il clima” o “eco”, senza la prova di prestazioni ambientali eccellenti e riconosciute, pertinenti all’indicazione; comunicazioni commerciali su un bene con una caratteristica che ne limita la durata, se sono disponibili informazioni sulla caratteristica e sui suoi effetti sulla durata; affermazioni basate su sistemi di compensazione delle emissioni, secondo cui un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente; etichette di sostenibilità non basate su schemi di certificazione approvati o stabiliti da autorità pubbliche; indicazioni sulla durata in termini di tempo o intensità di utilizzo in condizioni normali, se non dimostrate; invitare il consumatore a sostituire i materiali di consumo, come le cartucce d’inchiostro delle stampanti, prima di quanto sia strettamente necessario; presentare come necessari gli aggiornamenti del software anche se questi si limitano a migliorare le funzionalità; presentare i prodotti come riparabili quando non lo sono.
Il testo concordato chiarisce inoltre la responsabilità dei professionisti in relazione alle informazioni (o alla mancanza di informazioni) sull’obsolescenza precoce, agli aggiornamenti non necessari del software o all’obbligo ingiustificato di acquistare pezzi di ricambio originali: queste pratiche saranno vietate, ma il testo di compromesso chiarisce che i professionisti sono responsabili solo se sono a conoscenza delle caratteristiche di progettazione che portano a tali situazioni.
Inoltre vengono introdotti un avviso e un marchio che utilizzano un formato grafico armonizzato dell’Unione con informazioni sulla garanzia commerciale di durabilità offerta dai produttori. Per evitare confusione con la garanzia legale di conformità fornita dai professionisti, che è obbligatoria, è stato approvato un avviso armonizzato e il marchio conterrà un promemoria di tale garanzia legale quando viene offerta una garanzia commerciale di durabilità. Gli Stati membri avranno 24 mesi per recepire la direttiva.
Per la relatrice del Parlamento Biljana Borzan (S&d, Ungheria) “abbiamo raggiunto un accordo eccellente per i consumatori. Il 60% dei consumatori europei non sa nemmeno che tutti i prodotti sono accompagnati da una garanzia legale. Oggi le cose cambiano: un promemoria sarà presente in tutti i negozi dell’Ue e in alcuni casi anche sulle confezioni – commenta in una nota -. Inoltre, una nuova etichetta di garanzia estesa mostrerà chiaramente quali prodotti durano di più, così sarà più facile acquistare prodotti più durevoli. Abbiamo anche negoziato una posizione forte sull’obsolescenza precoce. Non dovremmo pubblicizzare prodotti che si guastano troppo presto. Inoltre, stiamo eliminando il caos delle dichiarazioni ambientali, che ora dovranno essere comprovate, e saranno vietate le dichiarazioni basate sulla compensazione delle emissioni”.