Da Alitalia al salva Roma, com’è finita con il Cdm sul decreto Crescita

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ROMA (Public Policy) – Il Consiglio dei ministri, ha approvato nella nottata di martedì, in seconda deliberazione, il dl Crescita, che introduce – si legge nel comunicato finale di Palazzo Chigi (e in una nota successiva del Mef) – “misure urgenti per la crescita economica ed interventi in settori industriali in crisi”. Il provvedimento è stato oggetto di un forte scontro tra le due forze di maggioranza soprattutto a causa della norma cosiddetta salva-Roma. Sul punto, il comunicato sottolinea che il testo contiene una norma “sulla gestione commissariale per il piano di rientro del debito pregresso del Comune di Roma”.

Altre misure, invece, prevedono l’estensione del regime della ‘decommercializzazione’ agli enti associativi assistenziali, rimodulano gli obblighi informativi relativi alle erogazioni pubbliche, disciplinano la possibilità per l’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal) di avvalersi dei servizi forniti da società in house, semplificano gli adempimenti per la gestione degli enti del terzo settore nonché i processi di programmazione, vigilanza e attuazione degli interventi finanziati dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC).

E ancora, definiscono le modalità di ingresso del ministero dell’Economia nel capitale sociale della newco ‘Nuova Alitalia’, disciplinano il termine per la rideterminazione dei vitalizi regionali, prevedono la cessazione della esimente penale per il complesso Ilva e determinano i requisiti per l’accesso al Fondo indennizzo risparmiatori.

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RED