L’Anac è seriamente preoccupata dal decreto Sblocca cantieri

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ROMA (Public Policy) – “L’innalzamento della quota di affidamento subappaltabile (dal 30% al 50%) e la completa eliminazione della verifica dei requisiti del subappaltatore in gara non rispondono alle osservazioni avanzate in sede di procedura di infrazione”. Questo “potrebbe altresì aggravare talune criticità esistenti (infiltrazioni criminali, violazione delle norme a tutela del lavoro, scarso controllo sull’effettivo esecutore dell’affidamento) che le  disposizioni modificate dal dl 32/2019 miravano a contenere”. Lo si legge nello studio dell’Anac sul decreto Sblocca cantieri-Sisma, annunciato nei giorni scorsi dal presidente Cantone e pubblicato sul sito dell’Autorità.

L’assenza di limite al subappalto viene a livello europeo strettamente correlata alla necessità che i documenti dell’appalto impongano ai concorrenti di indicare nelle offerte l’intenzione di subappaltare e i subappaltatori proposti, di modo che l’amministrazione sia posta in grado di verificare le loro capacità in occasione della valutazione delle offerte e della selezione dell’aggiudicatario – continua lo studio – Per contro, le modifiche introdotte dal dl 32/2019 in esame tendono parallelamente sia a ridurre i limiti per il subappalto sia a posticipare ad una fase successiva all’aggiudicazione e direttamente afferente all’esecuzione ogni verifica che possa riguardare i subappaltatori ed anche l’individuazione degli stessi”.

L’eliminazione del divieto di subappalto in favore del concorrente potrebbe stimolare accordi collusivi in fase di gara, che sfociano in cospicue spartizioni in fase di esecuzione”, prosegue l’Anac.

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NAF