Analfabetismo, violenze, guerra: la condizione delle donne nell’Iraq del 2015

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ROMA (Public Policy) – “Il 40% delle donne irachene è analfabeta“; la violenza sessuale “riguarda una donna su cinque”; c’è anche “il problema dello Stato islamico, con migliaia di donne rapite, in particolare membri della comunità Yazidi“; ci sono “un milione e mezzo di vedove” e “3 milioni di sfollati interni, in maggioranza donne e bambini”. La maggioranza di cristiani, yazidi, mandei (unica comunità religiosa di origine gnostica tuttora esistente), “stanno lasciando il Paese”.

Lo ha detto l’irachena Anna Edward, presidente dell’Associazione per la difesa dei diritti umani e civili, in audizione nel comitato diritti umani della commissione Esteri alla Camera. Anche le donne, ha spiegato, hanno beneficiato della caduta del regime di Saddam Hussein, si è sviluppato “un tessuto molto forte di organizzazioni per i diritti delle donne, abbiamo ottenuto dei risultati importanti all’interno della nuova Costituzione, in particolare il fatto che c’è una quota femminile garantita del 25%, estesa anche ai consigli provinciali”.

Ma, ha aggiunto, “siamo ancora in una situazione molto difficile, soprattutto considerando il fatto che il Paese si trova in una situazione di conflitto. E ci sono degli stereotipi e delle tradizioni, anche da parte dei partiti politici, che si ripercuotono sulla condizione della donna: subiamo discriminazioni in molti ambiti. La questione centrale è la condizione della donna nel Codice dello statuto personale, in particolare per i matrimoni forzati e la poligamia”. (Public Policy) GAV